Per il capo dello Stato “oggi la legislazione è una foresta pietrificata”, bisogna prendere esempio dall’essenzialità del trattato del 1984
Non si tratta di una semplice commemorazione del passato: dal progetto di Altiero Spinelli ancora oggi c’è molto da imparare. Ne è convinto il Presidente della Repubblica italiana che a Strasburgo ha partecipato ad un seminario organizzato per il trentesimo anniversario dell’approvazione del progetto di costituzione federalista europea nel 1984.
Il trattato di Spinelli, sottolinea Napolitano nel suo ricordo ammirato e a tratti commosso, “ancora oggi sbalordisce. È composto da 80 articoli di una essenzialità straordinaria”. Un testo ben diverso da quelli attuali: “Da allora – ammette il capo dello Stato – la legislazione europea è diventata una foresta, spesso anche pietrificata”. Per Napolitano invece “ora si deve compiere una nuova operazione di essenzialità come quella che seppe compiere Spinelli” e “cercare di uscire dai vincoli dei trattati che si sono via via stratificati”.
Secondo l’inquilino del Quirinale, nonostante i passi avanti fatti da Spinelli ad oggi, per parlare di una vera Europa manca ancora un tassello fondamentale: l’unione politica. “L’unica cosa rimasta nazionale in Europa è la politica. Tante altre cose si sono evolute in senso europeo quello che è rimasto maledettamente nazionale è la politica” ha detto. L’Ue avrà invece toccato il punto di non ritorno soltanto quanto sarà diventata europea la lotta per il potere politico. “La strada è molta ma di energie abbondantemente più giovani delle mie ce ne sono tante” ha concluso Napolitano tra gli applausi dell’aula che gli ha tributato anche una standing ovation.
L.P.