Bruxelles – Ecco una panoramica delle reazioni del mondo delle imprese e delle ONG alla proposta sul Green Deal illustrata oggi dalla Commissione europea. In generale il progetto è benvenuto, ma emergono dubbi sulla sua realizzabilità, mentre alcune organizzazioni ambientaliste si dicono insoddisfatte per le ambizioni troppo conteute.
La portavoce per l’UE di Greenpeace, Franziska Achterberg: “Ursula von der Leyen promette che il Green Deal europeo affronterà la crisi climatica e la massiccia distruzione della natura. Ma gli obiettivi climatici che propone sono troppo poco e arrivano troppo tardi. Per quanto riguarda la protezione della natura, molte cose sono pure aspirazioni e devono essere arricchite. Le misure dettagliate che seguiranno devono affrontare i modelli di produzione e consumo che ci hanno portato fin qui. Le crisi climatiche, ecologiche e di disuguaglianza richiedono un ripensamento fondamentale del sistema economico che per decenni ha premiato l’inquinamento, la distruzione ambientale e lo sfruttamento umano. Esortiamo il presidente della Commissione von der Leyen e il suo team a presentare una legislazione che sia veramente all’altezza del compito”.
Il direttore generale di BusinessEurope Markus J. Beyrer: “Il Green Deal europeo è un’importante iniziativa per proteggere il nostro pianeta e mettere l’Europa in cammino verso un futuro sostenibile. La domanda non è se sia necessaria questa trasformazione della società, ma come possiamo riuscire. I 20 milioni di aziende che rappresentiamo in Europa sono al centro di questo successo. Solo le società competitive e redditizie porteranno soluzioni tecnologiche, sosterranno posti di lavoro e genereranno ricchezza. Un pilastro economico forte è quindi un prerequisito e l’unico modo per garantire che la transizione verde non porti alla deindustrializzazione e alla perdita di posti di lavoro. È quindi essenziale collegare il Green Deal con una forte strategia industriale che mobiliti le centinaia di miliardi di euro di investimenti necessari”.
SMEunited “sostiene gli sforzi del Green Deal per promuovere la parità di impegno dei partner internazionali dell’UE nella lotta ai cambiamenti climatici, nonché le azioni che promuovono alcuni dei mercati tradizionali delle PMI, come le riparazioni e le ristrutturazioni. Tuttavia, viene presa una posizione ‘aspetta e osserva’ su altri aspetti importanti come gli strumenti per aumentare gli obiettivi climatici dell’UE per il 2030, il piano di investimenti per l’Europa sostenibile e il nuovo pacchetto sull’economia circolare.
Il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: “Accettiamo la sfida lanciata oggi dalla Commissione con il Green New Deal europeo, anche se una valutazione definitiva potrà essere formulata quando saranno presentate, nella primavera dell’anno venturo, le proposte operative. Il nuovo Esecutivo dell’Unione ha proposto un obiettivo giustamente ambizioso, chiamando in causa anche l’agricoltura. Per le nostre imprese, la sfida è quella di produrre con una minore pressione sulle risorse naturali, limitando le emissioni che alterano il clima – ha aggiunto Giansanti – Senza dimenticare, peraltro, che le imprese agricole italiane hanno già ottenuto significativi traguardi in termini di sostenibilità, sicurezza e qualità delle produzioni. Possiamo conseguire ottimi risultati nell’interesse della collettività, considerato che le attività agricole e forestali si svolgono sul 40% della superficie complessiva dell’UE. Vanno però assunte scelte coerenti in termini di sostegno agli investimenti, diffusione delle innovazioni tecnologiche, comprese le biotecnologie, salvaguardia della competitività e informazione dei consumatori”.
Jeremy Wates, segretario generale dell’European Environmental Bureau (EEB): “Questo è un momento significativo sia per l’ambiente che per l’UE, poiché Ursula von der Leyen ha giustamente scelto di fare del Green Deal europeo la sua politica di caratterizzazione della Commissione. Mentre il Green Deal chiaramente non riesce ad affrontare adeguatamente le sfide poste dalle crisi esistenziali dei cambiamenti climatici, della perdita di biodiversità e dell’inquinamento tossico, promette ‘politiche profondamente trasformative’ in futuro ed è un importante primo passo da parte della nuova Commissione, anche se il duro lavoro di elaborazione e attuazione di tali politiche deve ancora venire”.
William Todts, direttore esecutivo di Transport & Environment: “Il Green Deal europeo potrebbe essere un momento determinante nella lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici. Il piano della Commissione di passare a auto e furgoni completamente a zero emissioni attraverso una combinazione di nuovi standard, diffondendo l’infrastruttura di ricarica e le batterie ecologiche sta andando nella giusta direzione. Naturalmente questa è solo una dichiarazione di intenti. il diavolo sarà nei dettagli delle nuove leggi e sul se i governi dell’UE appoggiano il Green Deal, ma è un buon inizio”.
Bertrand Cazes, di Glass for Europe, ha dichiarato: “Il settore del vetro piano europeo è pronto a supportare queste nuove ambizioni climatiche e di sostenibilità con le sue migliori installazioni produttive e i suoi prodotti ad alte prestazioni, che consentono la decarbonizzazione di edifici e automobili e lo spiegamento dell’energia solare “.
Monica Verbeek, direttore esecutivo di Seas At Risk: “Rispetto alle 10 priorità di Juncker per la Commissione nel 2014-2019, con il Green Deal europeo sembra che la Commissione von der Leyen abbia fatto un salto di qualità, mettendo il clima e la natura in cima all’agenda . Temiamo tuttavia che il suo obiettivo di ‘crescita verde’ sembri andare contro l’avvertimento dell’Agenzia europea dell’ambiente che l’Europa non riuscirà a ‘vivere bene entro i limiti del pianeta’ continuando a promuovere la crescita economica”.
Genon K. Jensen, direttore esecutivo della Health and Environment Alliance (HEAL): “La proposta del Green Deal europeo mostra che il presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha compreso l’importanza di un pianeta sano per le persone sane. Ma la scienza e la scala accelerata del degrado ambientale ci dicono che dobbiamo essere più ambiziosi – crediamo che un approccio a zero inquinamento e basato sulla salute possa essere il principio generale per realizzare queste ambizioni”.