dall’inviato
Strasburgo – La Commissione von der Leyen si farà. L’Aula è pronta a dare la fiducia domattina a Strasburgo al collegio dei commissari, e i numeri sono già sul tavolo. I tre principali gruppi – PPE, S&D e RE – sosterranno l’esecutivo comunitario. Ci potranno essere piccole defezioni interne, ma il team della presidente eletta Ursula von der Leyen si vedrà comunque approvare la squadra e potrà iniziare a lavorare il primo dicembre.
I popolari (PPE) voteranno compatti a favore, come è lecito immaginarsi. Sosterranno la propria presidente, e una Commissione che ha due membri popolari in più rispetto alla squadra originaria. Si tratta di Thierry Breton (Industria, mercato interno, difesa e digitale) e Adina Valean (Trasporti), che hanno rimpiazzato i due bocciati dalla commissione Giuridica del Parlamento. Dubbi sono legati agli esponenti di Fidez (13), partito ancora sospeso. Il congresso del PPE a Zagabria ha eletto nuovo capo del partito popolare europeo il polacco Donald Tusk, mai tenero nei confronti dell’Ungheria di Viktor Orban. Sarà lui a dover decidere le sorti dei membri ungheresi in seno alla famiglia del centro-destra europeo.
I socialdemocratici (S&D) sono in larga parte favorevoli al collegio. C’è da verificare la disponibilità della delegazione romena (10 membri), per nulla contenta di aver visto il posto di commissario per i Trasporti ‘scippato’ dal PPE. Le questioni di politica interna potrebbero riflettersi in politica europea. Ci sono poi le delegazioni francese (5 seggi) e tedesca (16 seggi) con qualche riserva e che potrebbero sfilarsi.
Frans Timmermans, attuale vicepresidente della Commissione e prossimo vicepresidente per l’Accordo di sostenibilità (Green Deal), sta serrando le fila del gruppo per fare in modo che ci siano meno dissidenti possibile.
Il gruppo dei liberali (RE) non si metterà di traverso. Anche in questo caso è da verificare quanti saranno gli esponenti che decideranno di far mancare il proprio consenso. La bocciatura di Sylvie Goulard ha lasciato strascichi, e qualcuno potrebbe esprimere il proprio disappunto.
I Verdi hanno annunciato “astensione ragionata”. Non sostengono il collegio principalmente per due motivi: problemi nel profili di certi commissari, e “vaghezza” delle politiche. I co-presidenti del gruppo, Ska Keller e Philippe Lamberts, hanno annunciato che il gruppo resterà a disposizione. “Presentino le loro proposte, e noi le valuteremo volta per volta”.
Voti dichiaratamente contrari quelli della Sinistra radicale (GUE) e dei sovranisti (ID). I due schieramenti si ritroveranno a votare allo stesso modo per ragioni diverse. I primi ritengono il nuovo esecutivo comunitario poco incisivo, i secondi portatore di alcun cambiamento.
Voti separati arriveranno dai conservatori (ECR). Atteso il voto contrario delle delegazione italiana di Fratelli d’Italia, mentre i polacchi di PiS dovrebbero sostenere ancora una volta von der Leyen, come già fatto i inizio luglio.
Occhi puntati anche sui Non Iscritti. Si tratta di capire come voteranno i 5 Stelle, a rigor di logica a sostegno di questa Commissione, in ragione del sostegno politico dato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
Calcoli approssimativi inducono a ritenere che il team von der Leyen possa ambire a 426 voti a favore. Non è in discussione la fiducia, che è praticamente certa. Si tratta di capire quale messaggio politico invierà l’Aula. Il capogruppo dei popolari, Manfred Weber, dice di attendersi “una maggioranza chiara”, così come ha già detto di aspettarsela Ursula von der Leyen. Sarebbe un segnale importante dopo un avvio traballante della legislatura.