Bruxelles – Si predica il sovranismo e si pratica l’europeismo. L’Italia dell’orgoglio nazionale quando si tratta di attuare le riforme strutturali chiede un aiuto all’Unione europea, dimostrando la differenza tra dire e fare e soprattutto i limiti nell’attuare le politiche di lungo respiro. Una certa politica ha raccontato e tutt’ora racconta di un’Europa che frenerebbe politiche interne ottimali per il benessere dei cittadini. Da Bruxelles, la versione dei fatti racconta, però, un’altra storia, contenuta nel Programma di Supporto alle Riforme Strutturali (SRSP).
Lo speciale programma intende aiutare gli Stati membri a realizzare le politiche di lunga durata all’interno dei Paesi. Quest’anno la Commissione europea ha ricevuto 609 richieste di supporto tecnico e finanziario da 27 governi, Italia compresa. Roma bussa al portone dell’esecutivo comunitario chiedendo sostegno per interventi utili al reddito di cittadinanza e alla commerciale del “made in italy”, temi cari rispettivamente ai leader di Movimento 5 Stelle e Lega, Luigi Di Maio e Matteo Salvini.
Dal 2017 a oggi l’Italia ha richiesto il sostegno europeo 36 volte, per altrettante misure strutturali diverse. Tra queste, spiccano il “supporto al servizio pubblico per l’impiego in merito alla raccolta di informazioni per quanti sono alla ricerca di un lavoro” e il sostegno alla “difesa del commercio italiano”. A questo si aggiunge anche la richiesta di una mano per la riduzione del divario nord-sud attraverso la “creazione di zone economiche speciali nelle aree meno sviluppate del Sud Italia”. Addirittura nella lista si trova una richiesta di sostegno per “l’attuazione del piano nazionale per l’integrazione dei rifugiati e dei titolari della protezione internazionale”.
Bruxelles ha messo a disposizione 243,5 milioni di Euro a sostegno di riforme nell’ambito della pubblica amministrazione, del mercato del lavoro, dell’educazione, dei servizi sociali, della gestione delle finanze pubbliche, della sanità e dell’economia sostenibile. il sistema agisce solo su richiesta di intervento da parte di un governo nazionale. In questo caso il supporto istituzionale UE fornirà un team di esperti col compito di accrescere la capacità nazionale di fare le riforme. Non solo, l’intervento non richiede alcun c-ofinanziamento da parte del paese UE aiutato.