Bruxelles – Il terrorismo si organizza e agisce sempre di più on-line, per l’Unione europea sicurezza è anche sinonimo di protezione dati. Per questo motivo, la Commissione europea spinge per il via libera dal Consiglio Ue per iniziare i negoziati con la Nuova Zelanda che permetteranno la reciproca condivisione di informazioni su un vasto numero di dati personali. Bruxelles non è nuova a questo genere di accordi. Per citarne un esempio, Giappone e Ue si trovano ad uno stadio più avanzato delle trattative che, in maniera analoga al dialogo con la Nuova Zelanda, mirano a finalizzare le modalità di scambio dei database contenenti le informazioni dei passeggeri che decidono di volare dal vecchio continente a Tokyo o viceversa. Le reti terroristiche operano spostandosi da un confine internazionale all’altro; l’Europa ne è consapevole ed è determinata a tessere un maggior numero di intese con partners extra Ue.
“Negli ultimi anni, abbiamo ottenuto progressi sostanziali nel migliorare la nostra sicurezza collettiva. Lavorando insieme abbiamo dimostrato che si possa cooperare per combattere al meglio le molteplici sfide per la sicurezza, dalla cyber-security al terrorismo e alla disinformazione. C’è ancora molto che dobbiamo fare. Dobbiamo continuare gli sforzi per far cessare le attività terroristiche, sia offline che online, sia dentro che fuori dall’Europa. Ora aspettiamo il semaforo verde dal Consiglio per avviare i negoziati con la Nuova Zelanda, un partner strategico per la lotta al terrorismo” ha commentato Julian King, Commissario europeo per la Sicurezza dell’Unione.
Un mese dopo l’attentato terroristico che coinvolse due moschee nella città di Christchurch (Nuova Zelanda) lo scorso marzo, il governo neozelandese firmò con l’agenzia per la lotta al crimine nell’Unione europea, Europol, un accordo lavorativo che sanciva l’inizio delle relazioni strategiche e cooperative tra le due parti. Ad agosto Wellington inviò la richiesta formale a Bruxelles di poter avviare le trattative per raggiungere l’accordo legale che garantisca la necessaria protezione dati e la tutela della privacy e dei diritti fondamentali. Il dialogo in materia di sicurezza con la Nuova Zelanda si unisce alle simili negoziazioni prioritarie che l’Ue ha intrapreso con altri otto paesi tra il Medio Oriente e il Nord Africa.
Le politiche di sicurezza sono state un punto chiave del mandato Junkcer. L’agenda Ue per la sicurezza (2014-2019) si è principalmente focalizzata sulla lotta contro la radicalizzazione e il rafforzamento dei meccanismi di sicurezza virtuale. Il team dell’eletta presidente Von Der Leyen seguirà le stesse orme con l’obiettivo di innovare le strategie per la prossima agenda per la sicurezza europea (2019-2024).
“La sicurezza dei cittadini europei è stata un’assoluta priorità per la Commissione dal giorno uno. Con l’Agenda Europea per la sicurezza, abbiamo stabilito un genuino ed effettivo sistema di sicurezza, fondato sulla fiducia, la condivisione di risorse e il reciproco sostegno nell’affrontare minacce esterne ed interne” ha commentato Dimitris Avramopoulos, commissario europeo per la Migrazione, la Cittadinanza e gli Affari interni, che aggiunge: “Ora possiamo osservare i risultati, come le norme europee per fronteggiare al meglio le attività criminali, la lotta al terrorismo, il limitato accesso alle armi da fuoco. Ma ciò che più conta è il cambiamento della nostra mentalità sulla sicurezza, esorto tutti gli stati membri ad assicurare che le regole dell’Unione europea sulla sicurezza siano applicate e che i nostri cittadini siano protetti al meglio”.