Bruxelles – Camera con vista, ma al 13esimo piano della Commissione europea. E’ proprio così, l’eletta presidente Ursula Von der leyen ha deciso di vivere, dormire e lavorare in ufficio. Spesso ci si chiede in quale reggia maestosa e in che principesco quartiere della città decidano di stabilirsi i grandi personaggi politici. A quanto pare non dobbiamo lavorare troppo di fantasia per trovare una risposta, e non c’è nemmeno bisogno di farsi mangiare dall’invidia di possedere quel lusso. Per la presidente il lavoro viene prima di tutto.
Von der Leyen dormirà dunque in un appartamento di 25m2 di fianco al suo studio, il monolocale è già adibito con lo stretto necessario per condurre una vita “frugale”, lontana da distrazioni. La scelta dell’eletta presidente di abitare in un modesto monolocale sembra sia dettata dalla volontà di tagliare le spese per la sicurezza ed evitare il traffico che ingorga le strade della città negli orari di punta. In effetti, il traffico non piace proprio a nessuno. Von der Leyen non è nuova a questo genere di decisioni, difatti quando era ministro per la difesa in Germania aveva già adottato la filosofia “casa-ufficio”, ma per i politici tedeschi vivere e dormire nelle istituzioni è già qualcosa di più comune. A Bruxelles un po’ meno. Nonostante la permanenza al penultimo piano del Berlaymont, la presidente manterrà la sua residenza principale ad Hannover.
“Io non potevo invitare nessuno a casa mia, mica avrei potuto conversare seduto sul letto!” ha commentato il presidente in carica della Commissione Jean Claude Junker, che in un’intervista per il giornale tedesco “Bild am Sonntag” ha detto di aver vissuto in un 50m2 di un Hotel a Bruxelles. Anche von der Leyen potrebbe avere simili problemi, ma per altre ragioni, tra i funzionari si è sparsa la voce che un topolino si aggiri “freneticamente” tra i piani della Commissione. Fortunatamente, non ha ancora raggiunto il 13esimo.
Von der Leyen ha spesso ribadito di essere “nata a Bruxelles da europea”, anche per questa ragione nasce l’idea di risiedere proprio nel “cuore” dell’Unione Europea. Sicuramente uno stile di vita del genere permetterà all’eletta presidente di avere una concentrazione a 360 gradi sul lavoro da svolgere ed eviterà le perdite di tempo che possono sorgere in città; ma come si possono tenere le redini dell’Europa stando lontano dalla voce dei cittadini? Forse, da quel 13esimo piano, si vede tutto meglio.