Bruxelles – Maros Sefcovic punta tutto su una maggiore cooperazione con il Parlamento. Nell’audizione che apre il ciclo di ascolti dei commissari designati, l’uomo scelto per i Rapporti inter-istituzionali dalla presidente eletta della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si mostra aperto e disponibile a una trasformazione del funzionamento istituzionale dell’UE. Punta molto sulla trasparenza, chiesta a gran voce della cittadinanza e quale risposta “allo tsunami delle informazioni” che si abbatte sull’opinione pubblica. Un modo per sollevare il tema delle fake news e della disinformazione che incide sulla percezione del progetto comunitario.
Il commissario uscente per l’Unione dell’energia ai parlamentari delle commissioni Giuridica e Affari costituzionali promette “un registro comune dell’evidenza”, un posto dove tutti devono mettere tutto a disposizione di tutti. Proposte legislative, studi scientifici e analisi commissionate a esperti, interrogazioni e risposte. Un registro “inter-istituzionale sotto il vostro controllo”, dice agli europarlamentari, che sono le persone direttamente elette dai cittadini-elettori degli Stati membri.
La Sinistra radicale (GUE) apprezza l’idea, ma chiede che venga applicata anche per lobby e imprese, ai rapporti che i commissari hanno con questi soggetti, pretende la consultazione dei sindacati e organizzazioni non governative (ONG). Sefcovic ricorda che oggi chi manca nelle consultazioni pubbliche sono proprio cittadini e le categorie citate dalla GUE. “Dobbiamo pubblicizzare di più le nostre consultazioni pubbliche e intendiamo farlo”.
Il commissario candidato promette “briefing regolari” al Parlamento sulle questioni di commercio e politica internazionale, “soprattutto sui dossier più importanti”. Promette di essere pronto ad un patto con il Parlamento per scardinare le resistenze del Consiglio dell’UE. “La vera questione è oggi è come non finire schiacciati tra Stati Uniti e Cina, e la risposta è più Europa, non meno Europa”. L’ambizione del prossimo esecutivo comunitario è grande. “Questa deve essere un Commissione geo-politica”. Ma perché sia possibile serve il sostegno dei governi. Con il Parlamento al proprio fianco il team von der Leyen ce la può fare. “Abbiamo bisogno di una maggiore collaborazione”.
Sefcovic intendere ragionare su questo e non solo con tutti i Parlamenti. “Ho in mente di fare visita a tutti i Parlamenti nazionali per discutere del nostro programma pluriennale”. Apre ai Parlamenti e spiega questo suo approccio per la sua storia. “Tra pochi giorni ricorreranno i trent’anni dalla conquista delle democrazia da parte del mio Paese, la Slovacchia, dopo la rivoluzione di velluto. Quell’evento mi ha convinto che dobbiamo costruire il nostro destino su un’Europa democratica”.