Bruxelles – Un trionfo senza mezzi termini. A celebrarlo ancora incredulo, ieri sera, è stato l’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz, che con il 38,4% dei consensi ha vinto le elezioni legislative nel suo Paese.
“Un trionfo di questa portata non se l’aspettava nessuno”, ha commentato il leader del partito popolare austriaco (Övp) appena appreso il risultato, con la voce vibrante dall’emozione. Lo spoglio dei voti non ha potuto tenere conto di quelli trasmessi per via postale (circa un milione), il cui risultato si avrà solo tra alcuni giorni, ma, viste le proiezioni, non dovrebbero esserci particolari aggiustamenti. A seguire Kurz, con uno stacco di ben 17 punti dall’ Övp, al 21,5%, i socialdemocratici dell’Spö, che hanno perso cinque punti percentuali rispetto alle precedenti elezioni. Chi ne ha guadagnati, invece, sono i Verdi (Grüne), che si preparano a rientrare in Parlamento con il 12,4% delle preferenze. Dal 2017 il partito ambientalista austriaco ha guadagnato nove punti percentuali in più, confermando il vigore dell'”ondata verde” diffusasi in Europa. Nove punti li ha persi, invece, la destra radicale (Fpö), che paga fermandosi al 17,3% lo scandalo che aveva coinvolto il leader del partito, Heinz Christian Strache. Lo scorso maggio era stato pubblicato un video in cui il vicecancelliere austriaco prometteva la vittoria di appalti, in cambio di denaro, a una presunta ereditiera russa vicina a Putin: appresa la notizia, Kurz, che in quel momento governava l’Austria in alleanza con la destra radicale, chiese al Presidente della Repubblica austriaco di convocare elezioni anticipate, sostenendo che non era più possibile collaborare con l’Fpö. Strache, dimessosi dal governo e dalla leadership del partito, ha constatato ieri sera un crollo di fiducia da parte dell’elettorato.
Kurz deve ora scegliere a fianco di chi sedere al Nationalrat (Parlamento nazionale) di Vienna per raggiungere la maggioranza di 92 seggi. Il giovane leader dell’Övp ha sempre escluso un’alleanza coi Socialdemocratici, considerandola anacronistica e distante dall’imprinting che vuole dare al partito, già da tempo assestatosi su posizioni di destra, come per la campagna anti-immigrazione. Numericamente è possibile una partnership con l’altra forza in crescita dalle precedenti elezioni, i Verdi, a meno di non puntare a un’alleanza a tre con Neos, il partito liberale, ultimo, stavolta, a entrare in Parlamento, con il 7,4%% dei voti. Per governare coi Verdi, però, bisognerebbe fare i conti con le grosse differenze in termini di agenda politica, a cominciare dalla linea dura sull’immigrazione sostenuta da Kurz e osteggiata dal partito ambientalista. “Sarebbe una vera novità per l’Austria – scrive il quotidiano austriaco “Der Standard” – perché l’attenzione al clima e alla politica economica sono temi fondamentali ai nostri giorni. Kurz potrebbe da ora in poi essere colui che difende il cambiamento e anche all’estero la sua diverrebbe l’immagine del difensore di ciò che è giusto. E tuttavia i Verdi non sarebbero un partner facile come l’Fpö, con la forte consapevolezza di sé stessi che li caratterizza”. Nessun pronostico per un’intesa semplice trapela, poi, dalle parole del leader dei Verdi, Werner Kogler: di fronte alla prospettiva di un’alleanza con Kurz, ha detto che s’impegnerà ad attuare le promesse elettorali d’invertire le politiche del precedente governo.
Esclusa dall’Fpö stesso (almeno secondo le prime dichiarazioni) una riedizione della passata maggioranza, resta poi possibile anche la strada di un governo di minoranza.
Secondo gli osservatori austriaci non sarà facile far nascere un nuovo esecutivo, e si prevede che bisognerà attendere almeno sino alla fine di dicembre.