Bruxelles – Non si sbilancia sulle questioni economiche, le più delicate. Prende posizioni chiare su quei temi che stanno cari al Parlamento, come clima e processo decisionale dell’UE. Nelle risposte che Paolo Gentiloni rende ai membri delle commissioni Affari economici, Lavoro e Bilancio, il candidato commissario all’Economia c’è tutto quello che i deputati si attendevano. A partire dalla questione dei conti pubblici. L’Italia chiede di scardinare i vincoli di bilancio, i rigoristi chiedono di tenere fede al patto di stabilità. Gentiloni accontenta entrambe le parti.
“Un ruolo centrale del mio portafoglio sarà la sorveglianza economica. Come deputato ho capito l’importanza sia di salvaguardare la sostenibilità del debito pubblico sia la capacità di sostenere l’economia in tempi di crisi”. Per cui, in caso di conferma per il ruolo di commissario, “cercherò di fare in modo che la Commissione applichi il patto di Stabilità e crescita facendo pieno uso di tutta la flessibilità prevista dalla regole”.
Cerca il sostegno del Parlamento europeo quando parla di riforma del sistema di voto per i dossier economici, oggi lasciati all’esclusiva competenza degli Stati e legati alla regole dell’unanimità. Promette di lavorare per “una transizione progressiva e mirata al voto a maggioranza qualificata e la procedura legislativa ordinaria”, cose che secondo Gentiloni “potrebbero rendere la politica fiscale nell’Ue più agile e più democratica”. Vuol dire uscire dalla logica del consenso unanime e dei veti, permettere la debilera in modo più rapido, e coinvolgere il Parlamento in un processo decisionale da cui finora non è pienamente coinvolto.
La risposta è convincente e utile al via libera anche sul clima. Gentiloni sarà responsabile, se nominato commissario, della rivoluzione fiscale verde. Tasse contro chi inquina, senza ‘se’ e senza ‘ma’. Un compito affidatogli dalla presidente eletta Ursula von der Leyen e messo nero su bianco nella lettera di incarico. Gentiloni promette che la Commissione Europea sarà capofila di questa lotta. E sempre in materia fiscale, l’esecutivo comunitario sarà alla testa degli sforzi internazionali per trovare un approccio condiviso alla tassazione del digitale, a livello di G20 e Organizzazione per la cooperazione lo sviluppo economico (OCSE). E “se non sarà raggiunto alcun efficace accordo internazionale entro fine 2020, l’Ue dovrebbe agire da sola”.
Gentiloni sarà ascoltato in audizione il 3 ottobre. Lì sarà anche oggetto di nuove e ulteriori domande sui vari temi. Intanto si presenta con risposte equilibrate e per nulla evasive, che lo mettono sicuramente in una buona posizione di partenza.