Bruxelles – Le nuove regole sul copyright si applicano, senza se e senza ma. E di fronte ai giganti del web che tentano di abusare delle propria dimensione, gli Stati devono essere fermi e irremovibili. A dirlo il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, e il presidente della SIAE, Mogol, che proprio di diritti d’autore hanno discusso nel loro incontro bilaterale a Bruxelles all’indomani dell’annuncio di Google di non voler rispettare le nuove normative per la rete.
“Abbiamo visto reazioni scomposte sul recepimento delle nuove regole”, dice Sassoli, ma “in Europa decidono gli europei”, ragion per cui “nello spazio europeo deve essere in vigore la legislazione europea”. E il presidente dell’Eurocamera ribalta le logiche sovraniste. Non sono i migranti che rubano il lavoro, ma le grandi imprese come Google. “Non vogliamo farci rubare il lavoro”. Perché è di questo che si tratta. “Qui parliamo di metodi che mettono a repentaglio il nostro lavoro, quello di giovani giornalisti, autori, creativi”. Da qui l’invito a tutti gli Stati membri. Sassoli è consapevole che “ci sono i tempi tecnici” per il recepimento di direttive e regolamenti UE. Ciò detto “ci auguriamo che le regole vengano recepite da tutti quanti in tempi brevi”.
Un invito al governo Conte arriva da Mogol. Il presidente della SIAE rileva che “l’Italia deve recuperare, perché siamo in ritardo” con l’introduzione delle nuove regole per il copyright nell’ordinamento nazionale. “Non c’è altro modo per promuovere la cultura. Google ha i miliardi, noi abbiamo ragione”.