Bruxelles – “Intendiamo riportare la proposte italiane nel cuore della programmazione economica e strategica” europea. Si presenta così a Bruxelles il ministro per gli Affari europei, Vincenzo Amendola, alla sua prima riunione in Consiglio UE. Porta al tavolo dei ministri europei la voglia italiana di trovare soluzioni a problemi insormontabili, come ad esempio quello dell’immigrazione. C’è la voglia da più parti di introdurre meccanismi di condizionalità che leghino i fondi comunitari all’impegno per la gestione dei flussi. L’Italia ragiona in senso opposto.
“Servono incentivi che permettano di rendere la politica più strutturale”, dice il ministro. L’idea di fondo, chiariscono fonti UE, è non togliere fondi, ma eventualmente incrementare le dotazioni iniziali a chi si impegna coi i richiedenti asilo che arrivano nei Paesi di primo approdo, quelli del bacino del Mediterraneo. Secondo Amendola, “un ragionamento di questo tipo, che non è urlato ma ragionato, può funzionare”.
Amendola è deciso a dare un nuovo impulso anche al dibattito sul prossimo bilancio pluriennale (MFF 2021-2027). Con meno risorse sul piatto si vuole focalizzare tutta l’attenzione sui dossier prioritari, e attualmente le priorità sono immigrazione, agenda verde, difesa. Si rischia di colpire agricoltura e coesione. “Servono nuove risorse proprie” per permettere all’UE di finanziare la propria attività in tutti i campi, e in tal senso “occorre fare proposte nuove” rispetto a quelle già sul tavolo. Il ministro non si sbilancia, ma fa intendere che l’Italia metterà le sue proposte sul tavolo. “Sarà importante nelle prossime settimane un’opera di mediazione”. Che l’Italia sembra davvero decisa a fare.