Bruxelles – Investire di più, investire meglio, vaccinarsi e far vaccinare. Jean-Claude Juncker ne ha per tutti. Il presidente della Commissione europea si rivolge alla politica, all’industria farmaceutica, alla cittadinanza. Parlando di vaccini e vaccinazioni Juncker non risparmia nessuno. L’affondo più duro lo riserva agli anti-vaccinisti. “Le poche persone che non si vaccinano mettono a rischio la loro vita e quella di altre centinaia di migliaia di persone che invece si vogliono proteggere”. Nel mondo, Europa compresa, “c’è qualcuno a cui piace scherzare col fuoco, e non si scherza col fuoco”.
A tutti, i presenti al ‘Summit globale sulla vaccinazione’ e agli spettatori incollati alla diretta streaming, ricorda di appartenere alla generazione che ha visto scomparire il vaiolo grazie ai vaccini. Sottolinea che “grazie ai vaccini” anche la poliomelite è destinata a scomparire del tutto. Eppure i conti non tornano. “Nel 2012 è stato assunto l’impegno di debellare il morbillo almeno in cinque delle sei regioni dell’Organizzazione mondiale per la sanità entro il 2020. Siamo nel 2019, e i casi di morbillo continuano ad aumentare”. Critiche ai ‘no-vax’, ma non solo.
Si muore ancora, nonostante i progressi e le conquiste di scienza e medicina. “E’ inaccettabile che nel 21simo secolo ci siano ancora bambini che muoiono per malattie che sono prevenibili. E’ inaccettabile che non ci sia ancora chi non ha accesso a cure mediche”. Il messaggio è rivolto alla politica e all’industria. Perché, spiega Juncker, “oltre a questa stupide diffidenza” per i vaccini, “il basso tasso di copertura si deve all’aumento dei costi dei nuovi vaccini”.
Spetta ai governi garantire che tutti abbiano cure mediche di base, attraverso politiche fatte di legislazioni e coinvolgimento delle imprese. Se questo non avviene qualcosa non funziona. Non a caso Juncker denuncia “l’insufficienza e la frammentazione degli investimenti nella ricerca”. Quello che non esita a definire “un contesto allarmante” amplifica la portata della malattie prevenibili e guaribili. “La prevenzione della malattia è la sfida da vincere”, dice. Questo implica mettere soldi nella ricerca.
Il presidente della Commissione europea rivendica con orgoglio i risultati ottenuti grazie al sostegno dell’UE. Grazie all’attività dell’Unione “dal 2003 più di sette milioni di bambini sono stati vaccinati, e dieci milioni di vite sono state salvate nei 77 Paesi più poveri del mondo”.Non solo. Sempre grazie all’impegno dell’UE “è stato possibile produrre più di 1,5 milioni di dosi di un nuovo vaccino contro l’Ebola in Repubblica democratica del Congo”.
Intervenuta in video conferenza la campionessa paralimpica ha spiegato che i suoi problemi sono nati dal fatto che non era stata vaccinata da bambina, e che è fondamentale “informarsi”.
"The problem is I didn't have vaccine when I was child". @VioBebe reminding her story at #vaccinationsummit2019 "Do the vaccine"' @eunewsit pic.twitter.com/V5GKxioPTI
— emanuele bonini (@emanuelebonini) September 12, 2019
Ora tocca agli Stati membri. Anche a loro ricorda che “si deve innanzitutto ripristinare la fiducia del grande pubblico nei vaccini”. Vuol dire niente ministri anti-vaccinisti. Un messaggio che riguarda anche l’Italia.