Bruxelles – Nel 2017 circa il 14% degli abitanti dell’Unione europea denunciavano i disagi provocati nei loro Paesi da inquinamento, sporcizia e altri problemi ambientali. Si tratta di oltre 71 milioni di persone in tutto il territorio dell’UE a vivere in condizioni malsane. Lo rileva Eurostat nei dati diffusi oggi, da cui emergono i progressi italiani.
La situazione varia da Paese a Paese. Stando ai dati, nel 2017 la popolazione di Malta risulta la più colpita dall’inquinamento ambientale (26,5%), prima di Germania (24,5%) e Grecia (20,3%). A lamentare i danni provocati da un ambiente insalubre anche gli abitanti di Lussemburgo, Lettonia e Slovenia. Non mancano eccezioni: in Finlandia, Danimarca, Svezia e Croazia, solo tra il 6% e l’8% dei cittadini dichiarava di vivere in aree poco pulite.
Analizzando l’andamento del problema nell’arco di tempo compreso tra 2008 e 2018, il dato Eurostat rende più evidenti i contrasti tra singoli Paesi dell’Unione. In Bulgaria, nel 2008, il 20,6% della popolazione soffriva le difficoltà connesse all’inquinamento; dieci anni dopo la percentuale è scesa a 14,1%.
In Italia nello stesso lasso temporale si è passati dal 20,7% all’11,7% degli abitanti interessati al disagio, percentuale che si riduce ancora di più se riferita al singolo anziano di 65 anni o più (11,3%). Il dato salta ancor più agli occhi se posto in relazione al singolo adulto con figlio: dal 25% di piccoli nuclei familiari esposti ad agenti inquinanti nel 2009, si scende al 9,8 nel 2018, con una decrescita sensibile tra 2015 e 2018 (dove si passa dal 16,9% al 9,8%).
Il dato italiano assume un significato rilevante se raffrontato all’andamento complessivo dell’UE. Dal 2012 al 2017 la fascia di popolazione a contatto con fonti di inquinamento è rimasta sempre attorno al 14%, con lievi variazioni percentuali in un senso o nell’altro. Nella Penisola, invece, il dato ha visto una progressiva e continua diminuzione.
A confermare il cambiamento positivo in Italia è l’ultimo rapporto, pubblicato quest’anno, dall’Agenzia europea per l’ambiente (EEA), in collaborazione coi Paesi membri dell’Ue e alla Commissione europea. Il report illustra come l’emissione di sostanze inquinanti, in Italia, sia diminuita del 91% tra il 2008 e il 2016. Gli agenti tossici cui lo studio fa riferimento sono prevalentemente i composti dello zolfo e del carbonio.
Uscendo dall’Italia, sembra essere la Grecia la più altalenante, con il 45,7% dei cittadini interessati dal problema cresciuto rispetto al 2009 (34,3%) e poi ‘rientrato’ nel 2018 (24%). Un miglioramento progressivo è avvenuto, invece, in Belgio, dove il 25,4% della popolazione denunciava la sporcizia del territorio nel 2009. Nove anni dopo, la percentuale è scesa al 17,2%.