Un rapporto dell’esecutivo Ue indica il nostro Paese come quello in cui si è più deteriorata la situazione sociale. Crescono lavoro nero e contratti atipici: il 12% degli occupati non riesce a vivere dei suoi guadagni. Andor: “Un europeo su tre a rischio”
Siamo sempre più poveri, nel vero senso del termine. E in molti casi, avere un lavoro non basta a sfuggire a questa condizione. A lanciare l’allarme è il rapporto 2013 su occupazione e sviluppi sociali, presentato questa mattina dal Commissario europeo al lavoro, Laszlo Andor. “In media un europeo su tre è a rischio povertà” ha sottolineato il Commissario. Ma se il quadro è a tinte fosche per quasi tutti, come sempre ci sono Stati per cui la preoccupazione è maggiore. E l’Italia, neanche a dirlo, è tra questi.
Nel nostro Paese “non cresce solo la disoccupazione ma anche la povertà” ha sottolineato Andor presentando il rapporto. E in effetti, nel documento, l’Italia si mette in evidenza per avere ottenuto il peggiore risultato in quanto a declino della situazione sociale. Siamo, insieme alla Spagna, il Paese in cui è cresciuta di più la povertà tra chi un lavoro ce l’ha: ora la percentuale di chi non riesce a vivere dei propri guadagni tocca il 12%. Peggio di noi solo Grecia e Romania, in cui però la situazione era già grave e – evidenzia il rapporto – la povertà tra i lavoratori è “strutturalmente alta”.
Insomma avere un lavoro non è tutto. Visto che crescono in maniera esponenziale i lavori precari, malpagati o saltuari. In particolare nel nostro Paese dove, sempre secondo il rapporto, l’economia in nero ha raggiunto il 21% del totale, il 12% dei lavoratori sono “non dichiarati” e il 22,4% hanno rapporti di lavoro “informali”.
E se il lavoro non basta dovrebbero venire in aiuto i sussidi da parte dello Stato in cui si vive. “I responsabili politici non solo devono assicurare la ripresa della crescita dei posti di lavoro ma anche un lavoro decente e un supporto sociale alle famiglie, anche a quelle che hanno lavoro, per uscire da situazione di povertà”, esorta Andor. Ma questo succede sempre meno, in particolare in Italia. Oltre il 40% dei disoccupati e delle famiglie sotto il livello di povertà, nel nostro Paese, non ricevono alcun sussidio da parte dello Stato. Peggio dell’Italia fanno solo Cipro e la Grecia (che raggiunge quasi il 70%). Siamo di molto sotto alla media europea: nel complesso dei Paesi membri la percentuale di chi non viene aiutato scende al 29%.
Letizia Pascale