Roma Conte II, partenza morbida e squadra dei ministri chiusa in 24 ore. Nel pomeriggio al Quirinale il presidente incaricato ha sciolto la riserva e proposto la lista del nuovo governo che giurerà giovedì mattina.
L’impegno del Quirinale finisce qui, “ora c’è una maggioranza parlamentare e dunque la parola passa alle Camere e al nuovo esecutivo”, ha detto il Presidente Sergio Mattarella che ha voluto ringraziare i giornalisti per “il lavoro e l’impegno con cui avete informato i nostri concittadini. Un racconto tra prospettive differenti e opinioni diverse, prezioso per me e per chiunque e ancora una vota sottolinea l’importanza della libera stampa”.
Nasce così un esecutivo con molti volti nuovi e qualche conferma, segno di una maggioranza differente che si sposta a sinistra con l’ingresso del Partito democratico e di Liberi e Uguali.
“Forti di un programma che guarda al futuro, dedicheremo con questa squadra le nostre energie e le nostre competenze a rendere l’Italia migliore nell’interesse di tutti i cittadini, da nord a sud”, ha detto il premier uscendo dallo Studio alla Vetrata, prima di fare le visite di rito ai presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati. Il voto di fiducia del nuovo esecutivo è fissato in Parlamento per lunedì e martedì. Nell’accordo tra i due partiti è entrata anche la nomina del nuovo Commissario UE che sarà l’ex premier Paolo Gentiloni. La sua nomina dovrebbe essere annunciata già domani dopo il primo Consiglio dei ministri che verrà convocato subito dopo il giuramento al Quirinale.
Nella squadra la prima novità arriva da Bruxelles con Roberto Gualtieri a cui Conte ha affidato il delicato ministero dell’Economia. In giornata per il presidente della commissione affari economici del Parlamento europeo era arrivato anche l’endorsement della prossima presidente della BCE Christine Lagarde, che ha definito la sua nomina “un bene per l’UE e per l’Italia”.
Dopo il ciclone Salvini, al ministero dell’Interno arriva un tecnico. Per una delle cariche più delicate e importanti, il suggerimento del Quirinale con il nome di Luciana Lamorgese, ex Prefetta di Milano.
Al Pd vanno molti altri ministeri di peso come la difesa a Lorenzo Guerini, le infrastrutture e i trasporti con Paola De Micheli, vice di Zingaretti al partito, Dario Franceschini ai Beni Culturali e Teresa Bellanova all’agricoltura. Il Movimento 5 Stelle conferma Luigi di Maio, nuovo ministro degli Esteri che ha perso la battaglia del vicepremier ma a Palazzo Chigi ha messo il fedelissimo Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, figura vigile di tutti i provvedimenti del governo.
Conferma anche per Alfonso Bonafede alla Giustizia e Sergio Costa all’ambiente e poi arrivano diversi volti nuovi alcuni, dei quali di riequilibrio dell’area che fa capo al presidente della Camera Roberto Fico, come Federico D’Incà e Fabiana Dadone. Restano al M5S, il ministero dello Sviluppo economico con Stefano Patuanelli, attuale capogruppo al Senato e il Lavoro con Nunzia Catalfo madrina del reddito di cittadinanza. Casella importante anche per Liberi e Uguali nella componente bersaniana che piazza Roberto Speranza al ministero della Salute.
Infine i dipartimenti senza portafoglio con l’ex Svimez Giuseppe Provenzano ministro per il sud, Francesco Boccia agli affari regionali, Paola Pisano all’innovazione ed Elena Bonetti alla Famiglia. Tutti esordienti con l’eccezione di Vincenzo Spadafora che trasloca al ministero delle politiche giovanili e sport (delega che era di Giancarlo Giorgetti) e di Enzo Amendola, già sottosegretario agli Esteri del governo Renzi, che avrà la delega degli Affari europei. Un incarico da subito impegnativo visto che eredita una settantina di procedure aperte dall’UE contro l’Italia. Per colmare il ritardo dovrà mettersi subito al lavoro e chiedere la collaborazione di tutta la maggioranza che nei prossimi giorni voterà la fiducia al governo.