Roma – Il Senato italiano vota a favore del TAV ma questo si sapeva già. Nel giorno dello scontro politico tra Lega e Movimento 5 Stelle il progetto dell’alta velocità Torino-Lione diventa solamente un pretesto per far salire la tensione tra alleati nell’ultimo giorno utile prima della pausa agostana.
Dopo la Camera, anche il Senato va in vacanza con un voto scontato sulle mozioni a favore o contro il tunnel italo- francese. La Lega non presenta proposte sue ma si accoda a quelle delle opposizioni di PD e Forza Italia che vengono approvate con 180 voti. La mozione del M5S ne incassa solo 110e viene bocciata con l’unico esito di mostrare la debolezza della maggioranza, divisa su un’opera strategica, ma su cui il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, aveva già abdicato: “bloccarla costerebbe più che farla”. Una spaccatura resa in tutta evidenza dai pareri discordanti tra membri del governo, il passaggio istituzionale forse più surreale della giornata.
“Ci saranno conseguenze nei prossimi giorni e nei prossimi mesi” è l’avvertimento lanciato dalla Lega in un crescente provocatorio contro gli alleati. “Il governo non ha più una maggioranza, Conte ne prenda atto e vada al Quirinale per riferire della situazione di crisi che si è creata” dice il segretario del PD Nicola Zingaretti che accusa Salvini e Di Maio di fare “giochi estivi contro gli italiani”.
Il resto è un copione ripetuto più volte nelle ultime settimane: da Forza Italia Silvio Berlusconi invita il capo della Lega “a interrompere l’esperienza fallimentare” di governo e chiedere elezioni anticipate. “Non allontanatevi da Roma” sarebbe il messaggio recapitato ai parlamentari leghisti dal capo, frase che sembra alimentare il clima da pre-crisi ma che in realtà rientra nella logica della provocazione verso gli alleati.
In ogni caso il Movimento accusa il colpo e ha la faccia di Luigi Di Maio che lascia Palazzo Madama scuro in volto senza commentare. Compito che s’intesta Beppe Grillo che, replicando ai militanti noTav, fa quadrato: “Non avere i numeri in Parlamento non significa tradire, il tradimento è quando si passa dalla parte degli avversari”.
Ora sulla graticola c’è il ministro dei trasporti Danilo Toninelli che fin dal principio del suo incarico aveva scommesso sulla contrarietà della grande opera e deve incassare una sconfessione in piena regola.
Un rimpasto di governo é forse sempre più vicino, potrebbe scattare non subito ma a breve, in concomitanza con la candidatura ufficiale del Commissario europeo, una carta che quasi certamente verrà pescata tra i ministri in carica. Occasione che consentirà di rendere più indolore per il governo Conte ogni spostamento o sostituzione.