Bruxelles – Le congratulazioni di rito, come è giusto che sia. Ma oltre “l’etichetta” le preoccupazioni dell’Unione europea per la leadership di Boris Johnson del partito conservatore e del governo britannico non mancano. Non si vedono nella figura del britannico le capacità necessarie per traghettare il Paese e l’Europa fuori della sfide comuni senza scossoni. Anzi. Preoccupa in particolare l’idea che la questione della Brexit possa risolversi senza accordi, come ventilato dallo stesso Johnson.
La “bocciatura” della Commissione Juncker…
“E’ un giocatore d’azzardo”. Così il primo vicepresidente della Commissione europea, Frans Timmermans, definisce il prossimo capo di governo d’oltre Manica. “Noi abbiamo negoziato in buona fede, abbiamo negoziato la miglior soluzione possibile in una situazione davvero complicata, e auspico che l’UE e il Regno Unito continueranno a lavorare su tale soluzione” perché, avverte, “una hard Brexit sarebbe una tragedia” per tutti.
Usa toni più caustici e duri il commissario per la Salute, il lituano Vytenis Andriukaitis, che attacca frontalmente Johnson e tutti i fautori della Brexit come lui. “Quasi ironicamente, senza confrontare il Regno Unito stesso con l’Unione sovietica perché non è comparabile, non riesco a pensare a uno standard migliore dell’URSS in termini di distorsione dei fatti, falsificazione della realtà e cecità consapevole”. Andriukatis paragona il dibattito sulla Brexit alle promesse per un’economia di mercato nella Russia post-sovietica entro 500 giorni. “Il programma da 500 giorni è storia, come le altre promesse più irrealistiche dell’epoca”. Il programma, ricorda il commissario UE, “ha anche lasciato una citazione famigerata: “Boris, ti ne prav” (“Boris, ti sbagli”)! Speriamo che non sarà il caso di Boris Johnson”.
… e gli avvertimenti della nuova
La presidente eletta della Commissione Ursula von der Leyen ha espresso le sue congratulazioni a Boris Johnson con un avvertimento: “Abbiamo numerose e difficili questioni da affrontare insieme, e dobbiamo instaurare una buona relazione perché abbiamo il dovere di giungere a qualcosa che sia buono per il popolo dell’Unione e quello del Regno Unito”, ha detto durante una visita in Francia, in una conferenza stampa con il presidente Emmanuel Macron.
La questione Brexit rimane
Il negoziatore capo della Brexit, Michel Barnier, sfida Johnson sul suo tema. Il capo dei conservatori britannici diventerà domani capo del governo. Sarà il suo esecutivo a dover riprendere il dossier. Johnson vuole smontare l’accordo di recesso trovato dal suo predecessore, Theresa May, e trovarne uno nuovo. L’UE ha chiarito in tutte le salse che non c’è alternativa al testo concordato con May.
“Non vediamo l’ora di lavorare in modo costruttivo con Boris Johnson quando entrerà in carica, per facilitare la ratifica dell’accordo di recesso e avere una Brexit ordinata”, scrive su Twitter Barnier. Un cinguettio che riaccende il confronto tra Londra e Bruxelles. Unica concessione che Boris Johnson può vedersi riconosciuta, dice Barnier, “una rielaborazione della Dichiarazione concordata su una nuova partnership in linea con le linee guida del Consiglio europeo”.
E’ il preludio di uno scontro. Barnier parla di ratifiche, esattamente ciò di cui invece Johnson non vuol sentire parlare.
Il Parlamento UE si mobilita
Per domani il gruppo di lavoro sulla Brexit del Parlamento europeo (Brexit Steering Committee) ha indetto una riunione straordinaria per fare il punto della situazione alla luce della vittoria di Boris Johnson. Il gruppo si riunirà proprio con Michel Barnier, per lavorare insieme alle possibili implicazioni sul delicato dossier Brexit dovute al cambiamento di leadership in Regno Unito.
I Verdi europei si interrogano innanzitutto sull’effettiva forza politica del neo leader conservatore britannico. “Un mandato molto fragile e una serie di dimissioni ministeriali hanno già minato la fiducia nella capacità di Johnson di ricoprire il massimo incarico nel paese”, sostengono i co-presidenti dei Greens, Monica Frassoni e Reinhard Butikofer. I due ricordano come i Verdi europei sianp “fortemente contrari” ad una Brexit senza accordi. Da qui l’invito al Parlamento di Westminster a “escludere uno scenario così da incubo che causerebbe danni permanenti nelle relazioni tra Regno Unito e UE”.