Bruxelles – Un discorso, forte, europeista, chiaro e coraggioso. Ursula von der Leyen ha scelto da che parte stare, e davanti al Parlamento europeo pronuncia parole che prendono calorosi applausi non solo dai popolari, dai socialisti e dei liberali, la sua maggioranza attesa, ma anche da parte dei deputati verdi. La candidata alla presidenza della Commissione europea si è schierata senza riserve con le forze europeiste, con un discorso avanzato, su clima (“è la prima sfida”), occupazione, salario minimo, Europa sociale, anche sui migranti. Non tutti sono proprio convinti, ma tanti lo sono.
“Chi vuol fare fiorire l’UE mi avrà dalla sua parte, chi la vuole indebolire troverà in me una dura nemica”, così ha concluso il suo discorso durato circa mezzora questa mattina a Strasburgo, pronunciato in piedi, da sola, senza nessun collaboratore attorno, a simboleggiare forse, anche, la sua indipendenza da “suggeritori”.
Ha ricordato con orgoglio di essere “madre, medico e donna politica” ed ha ringraziato “i pionieri come Simone Veil” sottolineando l’importanza di avere per la prima volta una donna nella sua posizione, “questo spirito che porterò nella Commissione che intendo presiedere”.
L’Europa è “Pace, lavoro, abbattimento delle frontiere, benessere e libertà. I miei figli non possono immaginare vita senza Europa. Dobbiamo batterci per lei”, ha insistito.
Von der Leyen ha poi ricordato le sfide che l’Unione ha di fronte, come la transizione demografica, il clima, “Metasfide” le ha chiamate. “Alcuni si rivolgono a regimi autoritari, altri al protezionismo. Noi – ha detto – vogliamo il multilateralismo, un commercio equo, il rispetto della legge, secondo lo stile europeo”. E dunque “innanzitutto dobbiamo riscoprire la nostra unità, se siamo uniti all’interno nessuno potrà dividerci dall’esterno”.
La “prima sfida”, ha ribadito confermando quanto già scritto ieri a socialisti e liberali “è mantenere sano il nostro Pianeta. Voglio che l’Europa diventi il primo continente neutro a livello climatico entro il 2050. E il 40% entro 2030 non è sufficiente, dobbiamo andare oltre, al 50% o addirittura al 55%”. Per raggiungere questi obiettivi la candidata, che ha parlato alternando francese, tedesco e inglese, ha annunciato un “Green deal entro i primi 100 giorni del mio mandato, per proporre la prima legge in assoluto per combattere il cambiamento climatico, per il quale sono necessari investimenti pubblici e privati”. In questo quadro von der Leyen ha anche proposto una “tassa transfrontaliera sul Carbonio”.
Per quanto riguarda le regioni più in ritardi di sviluppo la candidata tedesca ha sostenuto che “i Fondi coesione sono importanti, ma abbiamo bisogno di più. Proporrò – ha annunciato – un Fondo di transizione giusta” per sostenere le zone più bisognose di aiuto: “Non lasciamo nessuno indietro”.
Sul fronte economico von der Leyen ha sottolineato che “ci serve una forte economia”, e per averla è necessario “rafforzare le Piccole e Medie Imprese, che sono innovative, agili, offrono lavoro, ma lo possono fare – ha ammonito – solo se avranno accesso al capitale ovunque: abbattiamo le porte, realizziamo unione mercato capitale, le PMI lo meritano”.
Poi un’apertura a chi temeva una sua grande rigidità verso i bilanci pubblici: “Siamo nel Patto di Stabilità e crescita”, ha ricordato, ma sottolineando che l’UE ci deve stare “con tutta la flessibilità consentita dalle regole: non sono le persone al servizio dell’economia, è l’economia al servizio delle persone”.
Poi l’apertura a un salario minimo “che garantisca vita dignitosa”, ci si dovrà arrivare con un’ottica locale, ha affermato la candidata “con contrattazioni collettive con sindacati e datori di lavoro per adeguare il salario minimo al settore, al comparto, alla regione”. Un salario minimo che dovrà andare di pari passo con “una protezione migliore per chi perde il lavoro”.
Per i giovani von der Leyen assicura di essere d’accordo con chi vuole “triplicare i fondi per Erasmus nel Piano finanziario multiannuale” dell’Unione, attualmente in discussione per il prossimo ciclo.
Altro tema: “Dobbiamo lottare contro la povertà”. “Ho 7 figli – ha ricordato – e come madre so che le cose cambiano se i ragazzi accesso a istruzione, sport, cibo sano, musica: ogni bambino a rischio povertà deve avere accesso ai servizi primari. Voglio – ha annunciato – un pilastro per i diritti sociali, iniziando dal mio: garantirò piena uguaglianza di genere nel collegio. Non esiterò a chiedere altri nomi se non mi verranno proposte abbastanza donne. Da ’58 su 183 commissari, solo 35 sono stati donne, meno del 20%. Noi siamo metà della popolazione mondiale e vogliamo la nostra giusta parte”.
Le donne sono state un tema ricorrente e von der Leyen invita a “parlare apertamente di violenza contro le donne, che – ha ammonito – non è un problema esclusivamente femminile. Questo tipo di violenza deve essere aggiunta alla lista dei reati sancita dai Trattati, e l’Unione deve aderire alla convenzione di Istanbul (la Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica, ndr)”.
Poi lo stato di diritto, in una continente nel quale “la culla della nostra civiltà è nella filosofia greca e nel diritto romano”. Per la candidata “lo stato di diritto è il nostro strumento migliore per difendere la libertà. Non si può scendere a compromessi, non ci sarà nulla di questo genere. Garantirò che si utilizzi tutto lo strumentario a livello europeo”, ha sottolineato, annunciando la necessità di creare “un meccanismo per la sua difesa”. La Commissione europea da lei guidata, ha assicurato, “sarà sempre custode indipendente dei Trattati, difenderà lo stato di diritto ogni volta che verrà attaccato, la signora Giustizia è cieca!”.
Von de Leyen ha poi ricordato le “17.000 persone annegate nel Mediterraneo, diventato la frontiera più mortale del Mondo” negli ultimi cinque anni, sottolineando che “in mare c’è l’obbligo di salvare le vite”. Nelle politiche sui migranti la candidata ha sottolineato come è importante “lottare contro gli scafisti, contro il crimine organizzato”, ma l’UE deve anche “migliorare il diritto asilo” e il sostegno ai profughi “ad esempio con corridoi umanitari in collaborazione con l’Acnur (l’Alto commissariato ONU per i migranti, ndr)”. “So che è un tema divisivo – ha ammesso -, ma dobbiamo capire come superare differenze”. Come presidente della Commissione, ha annunciato, “proporrò nuovo patto per l’immigrazione e asilo che comprenderà la riforma del sistema di Dublino”. Il sistema di libera circolazione di Schengen “deve funzionare pienamente, in libertà e sicurezza”, ha sostenuto la candidata e per questo “un tassello è il rafforzamento delle guardie di frontiera, entro il 2024 con almeno 10.000 nuovi addetti”. E per avere frontiere esterne “stabili” serve “aiuto ai Paesi più esporti, serve solidarietà e dobbiamo aiutarci a vicenda”. In questo quadro sarà necessaria anche “una giusta cooperazione con i Paesi di origine e transito”, attraverso il sostegno allo “sviluppo economico, alla stabilità e alla sicurezza”.
Per la politica estera dell’Unione von der Leyen ha poi ricevuto molti applausi quando ha detto che “l’Europa deve esse più unita sulla scena globale, deve poter agire rapidamente, e dunque dobbiamo avere il coraggio di decidere a maggioranza qualificata in politica estera, e poi difendendo le nostre scelte”.
Poi la Brexit, per la quale la candidata ha difeso l’accordo già raggiunto con Londra, ma si è dichiarata aperta a “concedere più tempo per la data di separazione” se ci saranno “motivi validi”.
Von der Leyen ha poi confermato di accettare la richiesta del gruppo liberale di una Conferenza sul futuro dell’Europa. “Voglio che cittadini Ue svolgano un ruolo fondamentale e attivo nella costruzione del nostro futuro, devono avere voce nella Conferenza sul futuro dell’Europa che si aprirà nel 2020 e durerà due anni”.
Non poteva non parlare poi della questione dello spitzenkandidat affermano che il sistema va “migliorato”, rendendo i candidati “più visibili”, e quindi bisognerà “affrontare la questione delle liste transnazionali come strumento integrante e aggiuntivo della democrazia europea”.
Altra apertura al Parlamento, per il quel ha affermato di sostenere “il diritto iniziativa legislativa”.
Ai sovranisti, dopo il primo giro di interventi, von der Leyen ha risposto con poche parole: a Nigel Farage, capo del partito Brexit dice che “al suo discorso possiamo tranquillamente rinunciare”, mentre all’esponente del partito tedesco AFD Jorg Meuthen dice: “Sono soddisfatta di non avere il suo sostegno, è un premio per quello che ho fatto”.