Bruxelles – Le autorità italiane non hanno notificato alla Commissione Ue il contenuto del programma nazionale per la gestione del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. Non ci sono più centrali attive oramai da decenni, ma i rifiuti sì. La Commissione ha proposto un ricorso per inadempimento diretto contro il nostro Paese, il quale è venuto meno agli obblighi derivanti dal diritto dell’Unione, e con una sentenza la oggi Corte di giustizia europea lo accoglie dichiarando l’inosservanza dell’Italia.
In base alla direttiva comunitaria Euroatom, che stabilisce norme fondamentali di gestione del nucleare e di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni, gli Stati membri dell’Unione devono comunicare alla Commissione Ue il contenuto del loro programma nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi. Secondo la Commissione, la trasmissione delle informazioni fornite da parte dell’Italia non ha avuto luogo, poiché non è stato comunicato nessun programma nazionale adottato per la gestione del combustibile nucleare.
Il ricorso è stato proposto dopo che in un “parere motivato” la Commissione il 14 luglio 2017, aveva intimato all’Italia di conformarsi agli obblighi imposti dalla direttiva entro due mesi, termine che però non è stato rispettato dalla Roma, che non ha ancora adottato un programma a livello nazionale.
AL momento non c’è una sanzione, ma ora l’Italia deve conformarsi alla sentenza della Corte Ue senza indugio, per evitare altri provvedimenti dai quali scaturirebbero delle sanzioni pecuniarie.