Stando alla decisione degli eurodeputati sarà impossibile sapere se nella confezione che acquistiamo sono presenti tracce di organismi geneticamente modificati.
Coldiretti: “Orientamento preoccupante” visto il boom di importazioni dalla Cina
Sapere se nel miele che acquistiamo e consumiamo è contenuto polline Ogm potrebbe diventare impossibile. Una forte spinta in questa direzione è arrivata oggi dal Parlamento europeo che, in seduta Plenaria, ha approvato (con 430 voti favorevoli, 224 contrari e 19 astensioni) la relazione della conservatrice britannica, Julie Girling, secondo cui il polline non deve più essere considerato, come è attualmente, un “ingrediente” del miele ma un suo “componente”. La differenza è sostanziale perché i due termini portano con sé implicazioni diverse in fatto di regole sull’etichettatura.
Se il polline è considerato (come ora) un “ingrediente”, la presenza di Ogm va segnalata in etichetta quando questo supera lo 0.9% del totale del polline contenuto in quel vasetto di miele. Se invece viene considerato un “componente”, la presenza di Ogm va indicata solo se supera la soglia dello 0,9% ma dell’intera confezione (non soltanto del polline in essa contenuto). In sostanza, in questo modo, la possibilità che la dicitura Ogm compaia in etichetta scende vertiginosamente e anzi, diventa praticamente impossibile. “Stando al regolamento sugli Ogm – spiega la relatrice – solo il contenuto di Ogm superiore allo 0.9%deve essere segnalato in etichetta. Visto che il polline costituisce all’incirca solo lo 0.5%di ogni vasetto di miele, non supererà mai la soglia per l’etichettatura”.
In questo modo l’Aula ha deciso di respingere la proposta della Commissione ambiente che aveva invece bocciato la relazione Girling, chiedendo di continuare a considerare il miele come un ingrediente piuttosto che come un componente naturale, così come stabilito anche da una sentenza della Corte di giustizia Ue del settembre 2011. La relatrice del testo, Julie Girling, ha ottenuto il mandato dall’Aula per iniziare i negoziati con la presidenza Greca del Consiglio, nella speranza di raggiungere un accordo in prima lettura.
Quella presa oggi dagli eurodeputati è una decisione non priva di implicazioni anche per quei Paesi in cui, come l’Italia, non sono consentite coltivazioni di organismi geneticamente modificati. Un grosso rischio, segnala Coldiretti, viene dal boom delle importazioni di miele dai Paesi a rischio, come la Cina che nel 2013 ha aumentato del 29% le spedizioni in Italia. Non solo: si tratta di un orientamento “preoccupante”, avvisa l’associazione dei coltivatori, anche perché le coltivazioni d un campo Ogm possono contaminare il miele attraverso il trasporto del polline da parte delle api.
“Con i Paesi dell’Ue che importano miele da Paesi che producono Ogm e con due dei maggiori produttori di miele tra gli Stati membri (Spagna e Romania) che hanno autorizzato la produzione di mais Ogm, il miele contaminato da polline geneticamente modificato sarà sempre più presente sugli scaffali dei nostri negozi” avverte per i Greens, Bart Staes. Il voto, sostiene, è “uno schiaffo ai consumatori e agli apicoltori europei che hanno chiesto a più riprese trasparenza nelle regole di etichettatura”. A influenzare la maggioranza degli eurodeputati, denuncia, “è stata un’intensa campagna di lobby portata avanti dagli importatori di miele”.
Di tutt’altro avviso Fabrizio Bertot (Ppe): “Una diversa normativa – commenta – non avrebbe garantito alcun vantaggio per la difesa del polline autoctono, visto che per effetto delle correnti d’aria è in grado di spostarsi anche di chilometri ed avrebbe imposto invece maggiori costi di campionatura ed etichettatura ai produttori italiani”, sostiene.
Letizia Pascale