Bruxelles – L’Europa è il continente che più ineveste in politiche di protezione sociale. Per il direttore generale di BusinessEurope, Markus J. Beyrer, “possiamo essere orgogliosi del modello sociale europeo”, in cui l’investimento nel settore è “quasi il 29% della nostra produzione economica, molto più alto rispetto al Giappone con circa il 20% e l’Australia o il Canada al di sotto del 20%” e tuttavia le imprese europee chiedono dei cambiamenti per affrontare le nuove sfide che il mondo globalizzato pone loro. In un loro documento BusinessEurope chiede un nuovo tipo di governance sociale per coordinare meglio le politiche e le riforme nazionali in materia di occupazione e protezione sociale attraverso una cooperazione più profonda tra le associazioni di rappresentanza del mondo del lavoro e delle imprese, la Commissione e gli Stati membri.
Per raggiungere quest’obiettivo il gruppo vorrebbe una maggiore combinazione della politica sociale con una politica economica più sana e una strategia per aumentare la crescita e la competitività in tutti gli Stati membri dell’UE e nello Spazio economico europeo (SEE), e creare più sinergia tra l’UE e le politiche e le azioni sociali nazionali.
Questo per il direttore generale vuol dire garantire alle “imprese europee di poter competere con successo a livello globale”, solo così potranno per lui “essere in grado di continuare a creare e sostenere buoni posti di lavoro, crescita inclusiva e ricchezza”. Ad oggi infatti il problema si trova nel fatto che “In diversi paesi e regioni dell’UE, i mercati del lavoro non funzionano come dovrebbero” e ciò per Beyrer “incide negativamente sulla coesione economica e sociale tra gli Stati membri dell’UE”. In alcuni casi provocando “disuguaglianza e povertà”.