Bruxelles – Uno scenario di uscita del Regno Unito senza accordo a ottobre “resta altamente possibile, anche se non desiderabile”. La Commissione europea cerca di essere pragmatica, e, ancora una volta, verifica che le misure d’emergenza prese per questa eventualità siano sufficienti. E sembra che lo siano.
Oggi i commissari hanno stabilito che “in sostanza non c’è necessità di emendare nessuna delle misure e esse rimangono adatte allo scopo, dunque la Commissione – spiega una nota – non ha in programma nessun nuovo intervento prima della data di separazione”.
Mentre la situazione nel Regno Unito va avanti a stenti ed il Parlamento britannico si prepara ad eleggere il suo nuovo primo ministro, la Commissione europea vuole assicurarsi che tutti gli Stati membri dell’Unione europea si preparino al meglio verso il possible “no-deal” Brexit previsto per il primo novembre 2019, incoraggiando tutte le parti ad approfittare delle nuove tempistiche per fare i dovuti accertamenti affinché tutte le misure necessarie ad affrontare il loro ritiro siano prese.
A tal proposito la Commissione ha presentato i vari punti in vista della riunione del Consiglio europeo sulle misure di preparazione e di emergenza da adottare una volta che l’articolo 50 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione europea (TFUE) avrà esplicato tutti i suoi effetti e Londra uscirà dall’Unione. Finora le proposte presentate dalla Commissione sono state 19, di cui 18 già adottate dal Parlamento e dal Consiglio, mentre l’ultima dovrebbe trovare un accordo tra le due istituzioni entro la fine di giugno ed è sul regolamento di emergenza riguardo il bilancio dell’UE per il 2019. Sempre la Commissione ha poi adottato 63 atti legislativi e pubblicato 93 avvisi di preparazione, tutti considerati idonei ad aiutare l’Unione europea durante il primo periodo di crisi post-Brexit. Inoltre, l’istituzione ha tenuto a specificare come non intenda adottare nuove misure prima dell’arrivo della nuova data di uscita della Gran Bretagna.
Nel caso di un’uscita senza accordo, l’Europa vuole che il Regno Unito trovi delle soluzioni su tre problemi considerati di fondamentale importanza dall’Unione come la protezione e la salvaguardia dei cittadini europei e britannici che si trovino dall’altro lato della futura linea di confine tra le due aree, portare avanti gli impegni economici e finanziari su cui Londra ha deciso di impegnarsi, e rispettare le clausole firmate nell’accordo del Venerdì Santo con l’Irlanda sulla questione “Backstop”.
Da parte europea invece i lavori in caso di “no-deal” prevedono innanzitutto un’attività di vigilanza su determinate aree, come le amministrazioni pubbliche, per assicurarsi che tutti siano pronti a lavori di emergenza su questioni legali quanto amministrative. Prioritaria anche la questione dei diritti di residenza e sicurezza dei cittadini, per garantire che i britannici possano rimanere residenti in un qualsiasi paese dell’Unione nel periodo immediatamente successivo alla Brexit.
I piani promossi dall’UE permetteranno anche di mantenere una conformità a livello normativo dei medicinali e la loro composizione, e dei dispositivi medici; di prepararsi alla reintroduzione delle dogane attraverso i molti investimenti nella creazione di nuove infrastrutture per i controlli di frontiera e nelle risorse umane necessarie a condurre questi controlli; di permettere che il traffico aereo e ferroviario non venga bloccato, rischiando così di creare una crisi nel settore dei trasporti. Verranno attuati poi anche dei regolamenti di emergenza sulla pesca per fare in modo che le dovute autorizzazioni siano applicabili da subito.
A dover approfittare di più dei nuovi termini di uscita dovranno essere gli operatori finanziari. Sono ancora molte le compagnie che lavorando in questo campo risultano essere ancora impreparate alla Brexit sotto molti punti di vista, come la gestione dei contratti e l’accesso alle infrastrutture una volta che le regole fissate dall’UE perderanno di valore. Per questo la Commissione si sta impegnando affinché si arrivi il prima possibile ad una soluzione definitiva che permetta la piena e compiuta riuscita nell’attuazione dei piani di emergenza delle imprese.