Bruxelles – Theresa May, dopo tre anni alla guida dal partito conservatore ha presentato ieri sera, come annunciato, le sue dimissioni con una lettera al Comitato 1922, l’organismo che gestisce ora la corsa per la successione. May però non si dimetterà da primo ministro fino a quando il partito non avrà scelto un nuovo leader, che prenderà a quel punto anche il posto di primo ministro con il compito principale di mandare avanti l’operazione Brexit, fallita dalla premier attuale. Il nuovo capo dei Tories dovrebbe essere scelto entro la fine di questo mese.
Entro lunedì pomeriggio i pretendenti dovranno formalizzare la propria candidatura, ed al momento sono undici ad aver annunciato l’intenzione di farlo. Tra questi, tutti per lo meno euroscettici se non decisamente schierati per l’uscita ad ogni costo, alcuni nomi hanno quotazioni più alte, primo fa tutti Boris Johnson pronto a lasciare l’UE anche senza un accordo alla fine di ottobre. Ex sindaco di Londra, poi ministro degli Esteri con May, è uno dei più accaniti brexiters del partito. Molti tra i conservatori lo vedono come unica alternativa per combattere l’avanzata di Nigel Farage con il suo Brexit Party.
Segue Michael Gove, attuale Segretario di Stato per l’ambiente, l’alimentazione e gli affari rurali del Regno Unito. Fedelissimo di May, ha votato tutte e tre le volte a favore dell’accordo raggiunto dalla premier con l’UE, cosa che potrebbe rendere la sua scelta come futuro premier alquanto difficile. Porterebbe infatti molti dei membri più estremisti del partito conservatore ad avvicinarsi a Farage.
Con minori probabilità, ma pur sempre candidati di prestigio, sono Dominic Raab, ex ministro per la Brexit e favorito dagli euroscettici; e Jeremy Hunt, Segretario di Stato per gli affari esteri e del Commonwealth.