Roma – Da una parte “leali al governo che va avanti, non chiederò mezza poltrona in più”, dall’altra accelerare sui punti chiave: tasse, autonomia e soprattutto battaglia a Bruxelles “per cambiare i vincoli europei” sui conti. Il trionfatore delle elezioni, Matteo Salvini, manda segnali agli alleati e alla futura Commissione, aprendo timidamente anche ai popolari, ma solo “se smettono di guardare a sinistra”.
Il leader della Lega dice di aver già ripreso i contatti con il leader del M5S, Luigi Di Maio e di aver già sentito al telefono il premier Giuseppe Conte, a conferma che il governo “non subirà contraccolpi” nonostante i rapporti di forza si siano ribaltati. Però allo stesso tempo lavora allo sgambetto europeo ai danni proprio degli alleati di governo. “Il partito per la Brexit di Nigel Farage farà parte del nostro gruppo” in Parlamento UE, dice in conferenza stampa. Annuncia che Marco Zanni, ex pentastellato passato con il Carroccio, fresco di rielezione all’Eurocamera, sarà a Bruxelles già domani per “avviare” a nome della Lega le trattative per la creazione del gruppo. Il cambio di alleanze, con Farage dall’EFDD all’ENL, fa parte di questa strategia, a quanto pare.
Naturalmente le priorità cambieranno, e Salvini mette in fila tuti i dossier più controversi nel rapporto con il M5S, dalle infrastrutture alla delega sull’autonomia fino alla flat tax e ancora modifiche alla legge Fornero. “La Lega primo partito con risultati eccezionali da nord a sud”, un messaggio chiaro da parte degli italiani”. Ci chiedono “immigrazione regolare controllata positiva ed è una delle prime battaglie che andremo a condurre nel nuovo parlamento europeo e nella nuova Commissione”. Una delle prime, ma non l’ultima.
In ballo c’è la questione dei conti. Salvini dice che non intende sottostare al rigore del patto di stabilità. “I prossimi saranno i mesi del coraggio e della spesa. Con la prudenza e la riduzione della spesa l’Italia ha rischiato l’estinzione”. Italia ed Europa si preparano allo scontro.