Bruxelles – “L’Unione europea dovrebbe sostenere lo sviluppo personale e la crescita verso l’autonomia dei giovani”. Questo è quanto emerge dalle conclusioni adottate dal Consiglio Europeo nel dibattito tra i governi su “I giovani e il mondo del lavoro del futuro futuro”.
l’UE dovrebbe dunque “sviluppare la resilienza dei giovani, e dotarli delle risorse necessarie per partecipare alla società, contribuendo in tal modo all’eliminazione della povertà giovanile e di forme di discriminazione, promuovendo l’inclusione sociale”.
In effetti il dialogo dell’UE con i giovani è uno strumento di partecipazione essenziale per i ragazzi europei, i quali ritengono che l’occupazione debba essere una delle tre principali priorità dell’Unione, nonché uno dei settori in cui l’UE deve agire per incoraggiarli a esprimere solidarietà e promuoverne l’imprenditorialità, concentrandosi, su istruzione e formazione al mondo dell’impresa, servizi di consulenza, mentoring o coaching.
Però le conclusioni evidenziano come l’insicurezza, la mancanza di protezione sociale e le condizioni lavorative precarie siano i principali problemi che i giovani devono affrontare nell’attuale e futuro ambiente lavorativo. Per questo ragazze e ragazzi europei tendono a guardare con timore o incertezza alla vita lavorativa che li aspetta. Tali preoccupazioni, soprattutto se sommate a rifiuti di assunzione, problemi legati all’adeguamento dell’offerta alla domanda di lavoro, lavoro precario o pressioni sociali per trovare o mantenere un posto di lavoro, possono influire negativamente sullo stato emotivo dei giovani. Tuttavia è necessario continuare a sostenerli nei casi in cui la disoccupazione, le aspettative lavorative o le scelte professionali e d’istruzione possano renderli vittime di stereotipi generazionali.
Nella preparazione dei giovani al mondo del lavoro del futuro sarà pertanto fondamentale che questi abbiano “diritto al proseguimento dell’istruzione, al tirocinio o all’apprendistato oppure a un’offerta di lavoro qualitativamente valida entro quattro mesi dalla perdita del lavoro o dall’uscita dal sistema d’istruzione”. Un’altra serie di misure sono state identificate nel dare priorità all’istituzione di sistemi che sostengano il primo principio del pilastro europeo dei diritti sociali, vale a dire “sistemi di sicurezza sociale e di istruzione e formazione, promozione di un apprendimento permanente di qualità, al fine di acquisire e mantenere competenze che consentono di partecipare pienamente alla società, garantendo in modo graduale una transizione nel mercato del lavoro”.
La natura mutevole del lavoro può avere un impatto positivo sulla vita dei giovani europei e delle generazioni future. Parallelamente, è necessario affrontare le pertinenti preoccupazioni ed implicazioni che accompagnano tali trasformazioni, in particolare per quanto riguarda i giovani con minori opportunità che possono essere poco qualificati. Pertanto le future generazioni di giovani europei dovranno entrare in un panorama lavorativo ricco di opportunità e sfide, in un contesto mondiale in cui l’UE si adopererà per migliorare la qualità di vita dei suoi cittadini e potenziare così la sua competitività economica, la produttività della manodopera e le competenze della forza lavoro, nonché per garantire che gli obiettivi, le aspettative e le ambizioni dei giovani possano essere realizzati.
Per questo le opinioni e la visione dei giovani europei sulle questioni collegate al lavoro, sono state integrate negli obiettivi della Strategia UE per la gioventù 2019-2027 e nel piano di lavoro 2019-2021 che l’accompagna. Riconoscendoli artefici della loro vita e contributori del cambiamento positivo della società vengono così alimentate le ambizioni dell’UE di poter garantire “un’occupazione di qualità per tutti”.