Buone notizie per i lavoratori della Commissione europea, con l’arrivo del nuovo anno anche il servizio di ristorazione di palazzo Berlaymont si rinnova e viene affidato a una ditta italiana che oggi ha inaugurato il nuovo servizio: si tratta della livornese Ciano, italiana e di proprietà di Massimo Ciano, pronipote del delfino di Mussolini, Galeazzo (che poi però il duce fece fucilare come traditore). Un catering che trasformerà probabilmente la mensa più malfamata dell’Ue, per la scarsa qualità (dal punto di vista gastronomico) del suo cibo, nella nuova punta di diamante della “ristorazione” per i dipendenti dell’Unione europea. Basta andare al settore primi e vedere la grande quantità di piatti di pasta (addirittura al dente) che è possibile trovare, dalla bolognese alle lasagne, per capire che le cose sono cambiate rispetto alla vecchia gestione, quando c’era la alquanto disgustosa abitudine di tenere chili di pasta scotta in un recipiente per poi condirla nei piatti mettendoci sopra un mestolo dei diversi sughi della giornata. E la stessa buona impressione sembrano dare secondi, contorni e dolci presenti nella mensa.
Ma, come si dice, non c’è gioia senza dolore, e così nei bar non sarà più servito il caffè Illy, che poteva prima essere acquistato, in alternativa alla miscela di base, pagando 20 centesimi in più (ovvero 1,20 euro). Oltre al danno (per il palato) c’è anche la beffa: l’Illy è stato sostituito da una miscela prodotta in Olanda, il Pelican Rouge, con non poco dispiacere dei diversi clienti, e non solo quelli provenienti dal Bel Paese. La miscela di base, in compenso, è nostrana: si tratta dell’Arcaffè, livornese coma la Ciano. In più però, e questa è una buona notizia, una terza miscela è stata inserita nel listino: quella equa e solidale dell’Oxfam. Insomma se bisogna bersi, come diceva Totò, una “ciofeca”, almeno lo si può fare facendo del bene a qualcuno (altro).