Bruxelles – AirBnb si limita a mettere in contatto domanda e offerta. Non vende case, ma procura clienti a chi intende affittarle per periodi bravi. E’ in sostanza un intermediario che opera un servizio di ‘passaparola’, e quindi non va inquadrato nel comparto immobiliare ma nel settore della comunicazione. Lo sostiene l’avvocato generale della Corte di giustizia dell’Ue, Maciej Szpunar, nel parere formulato sulla causa sollevata dagli albergatori francesi convinti che AirBnb faccia concorrenza sleale in violazione delle normative francesi.
Spetterà alla Corte pronunciarsi nelle prossime settimane, e il parere dell’avvocato generale è più che altro un contributo al lavoro dei giudici, per i quali l’opinione di Szpunar non è vincolante. Capito comunque spesso che le decisioni della Corte ricalchino l’interpretazione giuridica offerta dall’avvocato generale.
Per l’avvocato generale AirBnb eroga servizi che ricadono nell’ambito della società dell’informazione. Offre servizi, per i quali nell’UE va garantita libera circolazione da parte di tutti gli Stati membri. Attraverso un piattaforma digitale, AirBnb mette in contatto potenziali inquilini e affittuari. Se lo fa senza esercitare attività di controllo o stabilendo condizioni per il soggiorno non figura come operatore immobiliare.