Bruxelles – Timidi miglioramenti, ma ancora tanto da fare. Le regioni del Sud Italia vedono ancora indici di disoccupazione elevati, tre volte la media europea, e cinque volte il tasso comunitario se si considera la condizione lavorativa dei soli giovani, i cittadini di età compresa tra 15 e 24 anni. I dati Eurostat fotografano regioni in ritardo rispetto al resto del Paese e al resto d’Europa, sia pur con qualche miglioramento.
Tra il 2017 e il 2018 la disoccupazione, in termini percentuali generali, è scesa in Abruzzo (-0,9%, a 10,8%), Molise (-1,6%, a 13%), Campania (-0,5%, a 20,4%), Puglia (-2,8%, a 16,1%), Basilicata (-0,3%, a 12,5%) e Sardegna (-1,6%, a 15,4%). Situazione invariata in Calabria (21,6%) e Sicilia (21,5%).
I dati dunque mostrano un sud in ripresa lieve. Ma la differenza con il resto d’Europa è notevole, considerando che la media comunitaria della disoccupazione regionale è del 6,9%. Anche il divario con il nord rimane ampio. Nel nord-est il livello di disoccupazione è al 6%, nel nord-ovest è al 7%. Al sud e nelle isole ci sono realtà regionale con una situazione di mancanza di occupazione grande addirittura quasi quattro volte quelle di alcuni realtà del settentrione d’Italia.
Guardando oltre confine, l’Italia offre performance di disoccupazione giovanile tra le peggiori dell’Ue. Campania (53,6%), Sicilia (53,6%) e Calabria (52,7%) figurano nella lista delle dieci regioni europee col più alto tasso di disoccupazione tra gli under25. Dati in calo ( a eccezione della Sicilia, dove aumentano), ma comunque ancora sempre troppo alti.