Bruxelles – Più tempo, ancora più tempo, per provare a uscire ordinatamente dell’UE. Con le elezioni europee che comunque restano un’opzione sullo sfondo. La premier britannica Theresa May prova a mettere pressione all’Unione europea, informando l’UE dell’intenzione del governo britannico di prolungare fino al 30 giugno la già concessa proroga per rimanere dentro la famiglia comunitaria. La stessa data era stata rifiutata dal Consiglio europeo dieci giorni fa, ma ora, con il dialogo in corso con il Labour, le condizioni non sono esattamente le stesse.
Nella lettera inviata al presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, May si impegna anche ad emettere il decreto per la convocazione delle prossime elezioni europee, specificando però che se le cose dovessero andare particolarmente spedite queste potrebbero alla fine non svolgersi perché il regno potrebbe lasciare l’Unione anche prima del 22 maggio. Un’opzione, la partecipazione dei britannici al voto europeo, che molti degli attuali partner vorrebbero evitare.
May scrive a pochi giorni dal vertice straordinario dei leader convocato da Tusk dopo l’ultima bocciatura da parte della Camera dei Comuni di tutte le opzioni considerate utili per avere un recesso ordinato di Londra. Il 10 aprile i Ventotto leader si ritroveranno a Bruxelles, e May anticipa che le cose potrebbero non andare come previsto. I leader avevano concesso due scadenze: 12 aprile massimo per approvare l’accordo di ritiro, e 22 maggio come termine ultimo per restare nell’UE.
“Scrivo per informare il Consiglio europeo che il Regno Unito sta cercando un’ulteriore estensione”, scrive May. “Il Regno Unito propone il 30 giugno, ma se le parti saranno in grado di ratificare gli accordi di recesso prima di questa data, il governo potrà decidere di terminare la proroga prima” di quella data.
Quanto proposto da May contrasta con quello detto pochi giorni fa dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, secondo il quale in caso di mancata approvazione degli accordi di ritiro entro il 12 aprile non sarà possibile concedere un’estensione breve per la permanenza nell’Ue. Oggi però trapela che il presidente del Consiglio Europeo Donald Tusk sarebbe invece pronto a sostenere con i partner la concessione di una proroga di 12 mesi, specificando che però se le cose fossero pronte più rapidamente, la separazione potrebbe avvenire anche prima di un anno.
Non solo. La possibilità di Londra di restare nell’UE anche dopo il 22 maggio, cioè prima delle elezioni europee (23-26 maggio) è stata considerata come irricevibile da molti in Europa, poiché farebbe correre il rischio di indire elezioni europee anche oltre Manica. “Il governo vorrebbe un linea temporale per ratificare l’accordo di recesso prima del 23 maggio e cancellare le elezioni europee – risponde May nella sua lettera -, ma continuerà con i preparativi responsabili nel caso non fosse possibile”.