Bruxelles – La Ryanair è riuscita già da tempo ormai a classificarsi fra le compagnie aeree più grandi d’Europa grazie alle sue politiche low-cost e tuttavia, e, benché resti il maggior inquinatore dei cieli europei, nonostante la sua crescita non è lei a far registrare gli aumenti più importanti nelle emissioni di carbonio provenienti dal settore aeronautico.
Ben otto sono i brend che hanno superato il vettore irlandese per le più alte emissioni sulle rotte europee in termini di crescita. Tra quelli che offrono servizi low-cost abbiamo Jet2.com (20%), Wizz Air (11,1%), EasyJet (11%), Vueling (8,6%) e Norwegian (8,3%), mentre tra le compagnie nazionali, TAP Portugal (12,6%), Finnair (11,2%) e Lufthansa (9,6%). Ryanair riesce a mantenere però, anche nel 2018, il poco invidiabile primato di primo inquinatore dei cieli in termini assoluti.
In base ad uno studio della Federazione europea per il trasporto e l’ambiente (T&E) emerge anche come il problema non risieda solamente nei voli europei, ma soprattutto dai voli per e da destinazioni extra UE, i quali emettono il 60% delle quote di CO2 e che rimangono ancora completamente non regolamentati.
Andrew Murphy, responsabile dell’aviazione alla T&E, ha dichiarato che “le emissioni delle compagnie aeree sono in pieno boom e non solo sui voli economici. I vettori nazionali e le compagnie aeree a basso costo beneficiano tutte dal non pagare le tasse e l’IVA sul carburante, mentre noi dobbiamo contribuire al loro versamento”, e ha chiesto all’Unione di iniziare a tassare i carburanti come il cherosene e di imporre l’uso di combustibili “puliti” per diminuire la quantità di anidride carbonica lasciata dai trasporti aerei. Cose che, sempre a detta del manager, i governi stanno tardando molto a fare.
Ryanair contesta però i risultati di questa indagine, affermando di essere “la compagnia aerea più ecologica d’Europa. Il nostro indice di emissioni CO2 per passeggero/km – afferma una nota – è di 67 g, che è del 25% inferiore rispetto alle altre grandi compagnie aeree europee”. Inoltre, sostiene la società irlandese, “la nostra politica ambientale si impegna a ridurre ulteriormente le emissioni di CO2 a 61,4 g per passeggero/km entro il 2030, 8% in meno rispetto ai livelli attuali e il 31% in meno rispetto ad altre grandi compagnie aeree in Europa”.
Secondo Ryanair poi “i risultati di questo rapporto non sono rappresentativi in quanto misurano solo i voli all’interno dell’Europa. Essendo una compagnia aerea a corto raggio che opera interamente all’interno dell’UE, quasi tutte le emissioni di Ryanair sono soggette alla direttiva ETS dell’UE. Si tratta di una proporzione molto maggiore rispetto ai vettori legacy, i cui voli a lungo raggio non sono inclusi nella direttiva ETS”.