Roma – Andare oltre e meglio del “piano Juncker”. Sta per tagliare il traguardo Il programma InvestEU, lo strumento che punta a mobilitare nuovi investimenti europei dal 2021 al 2017. Dopo un inteso negoziato per il nuovo regolamento, lunedì ci sarà il voto della commissione Economica del parlamento europeo e per la fine di aprile sarà licenziato nella sessione plenaria. L’obiettivo è mobilitare 650 miliardi in un arco pluriennale con l’ambizione di ridurre ancora di più il gap d’investimenti già ridotto dal piano Juncker, che ha superato la sua tabella di marcia e il target dei 315 miliardi che si era assegnato per i quattro anni di operatività.
“Volevamo più risorse ma anche più qualità nei progetti”, ha detto Roberto Gualtieri, presidente della Commissione per i problemi economici e monetari, che ha illustrato le novità del programma che riunisce tutti gli strumenti finanziari previsti. InvestEU, che supera l’esperienza del FEIS e punta a rafforzare gli investimenti in settori a volte più discriminati come le infrastrutture sociali, avrà due bracci finanziari, la Banca europea degli Investimenti e gli istituti di credito nazionali, nel caso dell’Italia la Cassa depositi e Prestiti.
Quatto le finestre tematiche. Oltre al finanziamento delle PMI e una per la ricerca e l’innovazione, è prevista una finestra ad hoc per finanziare le infrastrutture sostenibili (manutenzione delle opere di trasporto esistenti e la loro messa in sicurezza) e una finestra per gli investimenti sociali, per progetti legati alla finanza etica e alle infrastrutture sociali. “Si tratta di settori dove c’era bisogno di una spinta aggiuntiva”, ha spiegato Gualtieri, dove privilegiare la qualità a fronte di una minore redditività. E proprio grazie al negoziato con il Consiglio e rispetto alla stesura proposta dalla Commissione, che sono stati inseriti nel piano il social housing, le infrastrutture sostenibili in linea con gli accordi sul clima di Parigi o i progetti per i “workers buyout”, per utilizzare il programma anche per garantire le acquisizioni di aziende in crisi da parte dei lavoratori dell’impresa stessa.
Migliorato anche il sistema delle garanzie, modulato in base al profilo di rischio del progetto specifico e non del rating nazionale. “Soluzione che consente una dimensione anticiclica del fondo, di particolare efficacia per alcuni Paesi come l’Italia” ha commentato l’esponente del PD, che giudica molto positivamente le novità introdotte rispetto al Piano Juncker. Inoltre InvestEU, che entrerà in vigore dal 1 gennaio 2021, consentirà agli Stati membri di partecipare alle piattaforme d’investimento con risorse aggiuntive che saranno escluse dal computo del deficit strutturale del patto di stabilità e crescita, estendendo le regole di flessibilità. “Si tratta di strumenti che puntano a incoraggiare gli investimenti pubblici per stimolare l’occupazione e la crescita” ha detto il presidente della commissione Econ, consapevole che il programma “non risolverà da solo” il gap dei settori con maggiore fabbisogno di risorse.
A margine dell’illustrazione del programma, in riferimento all’allarme lanciato dal Fondo monetario di “un’Eurozona impreparata ad affrontare una nuova crisi”, Gualtieri pur giudicando l’unione monetaria “incompleta” considera troppo allarmistica la previsione, considerato che in questi anni la zona euro si è rafforzata grazie a strumenti come il fondo salva stati e l’azione della BCE. Più pessimista riguardo all’Italia che in occasione della trattativa sul deficit con la Commissione “ha perso molta credibilità, alimentando l’incertezza per la qualità delle politiche adottate”. “Questo – ha concluso – pesa moltissimo per il finanziamento del nostro debito e per gli investimenti, un differenziale di costo che (oltre il rallentamento generale dell’economia ndr) è una specificità dell’Italia”.