La diretta della prima giornata del vertice di capi di Stato e di governo dell’Unione europea di dicembre.
Ore 19,37 A cena – Il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy annuncia con un tweet che sono state adottate le conclusioni su politiche di sicurezza e difesa comune. Inizia la cena di lavoro con il Presidente della Banca Centrale europea, Mario Draghi.
Ore 17,32 Schulz – Mario Monti potrebbe essere candidato a presidente del gruppo di alto livello per le risorse proprie dell’Unione europea. La creazione del gruppo è tra le richieste che i deputati europei hanno avanzato in cambio del supporto all’accordo sul budget pluriennale 2014-2020. Tra gli altri candidati c’erano l’ex presidente della Banca Centrale europea, Jean Claude Trichet e l’eurodeputato belga, Jean Luc Dehane. “Mario Monti è un eminente rappresentante politico, una figura con un’esperienza sia nazionale che europea” ha commentato il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz: “La proposta del Parlamento era quella di Dehaene, che ora si è ritirato. Monti è il nome sostenuto dal Consiglio – ha spiegato – ma ne discuteremo nella conferenza dei presidenti”. A quanto si apprende, all’iniziale candidatura dell’ex premier belga Jean-Luc Dehaene da parte della Conferenza dei presidenti del Parlamento europeo, la presidenza di turno lituana dell’Unione ha opposto quella di Mario Monti. In conseguenza di questa indicazione il belga, attualmente europarlamentare e già vice presidente della Convenzione che scrisse il Trattato costituzionale europeo, poi “ristretto” nel Trattato di Lisbona, avrebbe ritirato la sua candidatura. Ora la Conferenza dei presidenti dovrà consultare i gruppi e poi decidere se sostenere Monti (che sembra un candidato altamente probabile), o opporre al Consiglio un altro nome. Il Gruppo è costituito da tre membri espressi dal parlamento europeo (che sono Alain Lamassoure, Ppe, Ivailo Kalfin del Pse e Guy Verhofstadt, liberale, anche lui ex premier belga, ora europarlamentare e membro, con Monti, del Gruppo Spinelli), tre dalla Commissione e tre dal Consiglio.
Ore 17,04 Schulz – Dico “sì all’unione bancaria, ne abbiamo bisogno il più presto possibile, ma dobbiamo negoziare”. Questa la posizione del Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, secondo cui l’accordo raggiunto dai ministri delle finanze dei 28 sull’Unione bancaria “è molto lontano” dalle aspettative del Parlamento europeo. Già questa mattina al vertice dei leader del Partito socialista europeo in preparazione al Consiglio, Schulz aveva spiegato di ritenere “inaccettabile” l’ipotesi che l’Europarlamento perda le sue prerogative a favore di un meccanismo “intergovernativo”.
Schulz si mostra critico anche sugli accordi contrattuali. “Abbiamo l’impressione che si stia usando il metodo della carota e del bastone: ‘se fai quello che ti diciamo avrai una ricompensa’. Il bastone – fa però notare – è sulla tavola ma della carota non si è parlato. Vorremmo sapere di quale carota si tratta”.
Ore 16,00 Rasmussen – “Abbiamo bisogno di una difesa più forte in Europa”. Ne è convinto il segretario generale della Nato, Anders Fogh Rasmussen, presente al Consiglio europeo proprio per affrontare i temi “politica di sicurezza e difesa comune”. “Se le nazioni europee investono di più, questo rafforzerà anche la Nato”, spiega Rasmussen. “Serve maggiore cooperazione e coordinazione – dice – dobbiamo evitare duplicazioni e spreco di risorse”. Rasmussen ha anche espresso “apprezzamento” per la “rapida e determinata azione francese” in Repubblica Centrafricana: “Penso fosse necessaria nella lotta contro il terrorismo, per salvare vite e riportare la stabilità nella regione”. Sulle proteste in Ucraina, contro la decisione del presidente Yanukovich di non firmare l’accordo di associazione con l’Europa, Rasmussen commenta: “Rispettiamo pienamente il diritto dell’Ucraina di decidere liberamente il proprio destino ed è contrario a questo che ci siano pressioni di altri Stati. Penso di potere dire onestamente che abbiamo visto pressioni della Russia”.
Ore 14,56 Hollande – “Questo summit sarà quello di un avanzamento considerabile sull’unione bancaria” ha dichiarato il Presidente francese, Francois Hollande facendo il suo ingresso in Consiglio. “Ho lavorato molto per questo risultato con i partner, soprattutto tedeschi e oggi posso felicitarmene”.
Ma oggi sul tavolo dei leader dei 28 ci sarà anche il tema della difesa. “La Francia ha sempre voluto progressi e ha preso iniziative” in questo campo, sottolinea Hollande, aggiungendo: “oggi potrebbero esserci risultati, soprattutto sull’industria della difesa, che deve cooperare sui materiali che noi possiamo promuovere”. Ad esempio “i droni della nuova generazione, potrebbero essere una delle realizzazioni dell’Europa”. Ma al presidente francese sta a cuore anche il tema degli interventi in Africa: il Paese “ha preso iniziative con le nazioni unite. È legittimo che l’Europa venga in sostegno”, chiede Hollande. “Ho ricevuto il sostegno da tutti i Paesi – conclude – anche i finanziamenti devono seguire questo sostegno politico”.
Ore 14,40 Cameron– “Ha senso per gli stati nazionali cooperare in settori quali la difesa e la sicurezza, ma non ha senso che l’Ue abbia una sua capacità”. Per questo motivo “bisogna stabilire una demarcazione tra cooperazione e capacità del Regno Unito”. Lo afferma il premier britannico, David Cameron, al suo arrivo in Consiglio europeo per partecipare al vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue. Cameron è detto “fiducioso” circa il raggiungimento di un accordo sui temi di difesa e sicurezza comuni, al centro delle discussioni del vertice.
Ore 14,30 Letta – “Mi sembra ci siano le condizioni perché ci sia un buon accordo”. Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta ha commentato il via libera all’accordo generale sul meccanismo unico di risoluzione delle crisi bancarie raggiunto nella notte dall’Ecofin. “L’obiettivo fondamentale è dotare l’Ue di strumenti che evitino le crisi che ci sono state in passato. Se riusciremo a trovare un buon accordo sarà sicuramente un grande passo avanti soprattutto per i risparmiatori che non saranno più chiamati, come è stato in passato a salvare le banche dalle crisi” ha aggiunto Letta. Sul tavolo anche i contractual arrangements: “Noi siamo favorevoli che ci siano incentivi per fare le riforme. Io – assicura Letta – affronto questa discussione senza timori forte delle nostre ragioni e del fatto che l’Italia ha i conti a posto e non ha nulla da temere”. Commentando poi il rapporto del Centro studi di Confindustria secondo cui la recessione non è finita, Letta ha risposto: “Io ho la responsabilità di tenere in equilibrio la parte dell’Italia. Voglio che ci siano strumenti per la crescita senza sfasciare i conti pubblici. Nessuno ha la bacchetta magica, nessuno stampa moneto e io penso che gli imprenditori di Confindustria devono essere i primi a sapere che tenere i conti in ordine tiene bassi gli spread, come oggi che siamo arrivati a 219”, ricorda Letta “il punto più basso da due anni e mezzo a questa parte”.