Bruxelles – Veste i più grandi campioni dello sport, è partner commerciale delle più prestigiose squadre di calcio. E’ diventata una linea di abbigliamento in voga anche al di fuori dell’ambito sportivo. Una grande marca che però abusa della sua grandezza. Questa la conclusione a cui è giunta la Commissione europea nei confronti di Nike, a cui ha imposto una multa di 12,5 milioni di euro per aver impedito la libera vendita dei prodotti tra Paesi dell’UE.
Il problema si annidava nelle maglie delle reti di distributori autorizzati. Autorizzati a vendere prodotti Nike, ma non liberamente. “Nike – contesta l’Antitrust comunitario – ha imposto ai licenziatari una serie di misure volte a limitare le vendite al di fuori del territorio loro assegnato”. Ciò attraverso “clausole che le vietavano esplicitamente”, così come “obblighi di reindirizzare gli ordini non provenienti dal territorio di competenza a Nike stessa”. Ancora, erano state imposte “clausole che prevedevano il doppio versamento dei diritti di licenza per le vendite al di fuori del territorio”.
Non solo. La multinazionale statunitense avrebbe imposto la sua linea addirittura “minacciando i licenziatari di revocare le loro licenze se avessero venduto al di fuori del territorio di competenza”, o anche solamente se i licenziatari avessero fornito rivenditori al dettaglio che poi avrebbero potuto vendere i prodotti al di fuori del territorio di competenza.
“Questo viola le norme antitrust dell’UE”, taglia corto il commissario per la Concorrenza, Margrethe Vestager. “I prodotti ufficiali della squadra del cuore, come sciarpe o magliette, sono spesso oggetti di culto per i tifosi di calcio. Nike ha impedito a molti dei suoi licenziatari di vendere questi prodotti in altri Paesi, riducendo così la scelta offerta ai consumatori e facendo salire i prezzi”.