Di Anna Ciancio
Il Dipartimento per le Politiche Europee, in occasione della Settimana dell’Amministrazione Aperta, promuove l’iniziativa #EuroParole. Una presa di posizione contro gli anglicismi che sempre più spontaneamente si stanno inserendo all’interno del nostro linguaggio quotidiano. Parole come Hotspot, Fake news o Governance sono solo alcune delle espressioni correntemente utilizzate dai media, spesso usate in modo scorretto, attribuendo a determinati termini un significato completamente differente da quello originale. Inoltre, molti anglicismi, anche se utilizzati in maniera appropriata, spesso restituiscono un’impressione distorta: per esempio l’utilizzo del temine fiscal compact che tende a confondere le idee trasmettendo una percezione errata del termine.
All’interno del sito del DPE è possibile trovare un catalogo degli anglicismi che maggiormente vengono utilizzati nel nostro linguaggio: per ogni lemma viene proposto il corrispettivo in italiano così da creare una base comunicativa più chiara per tutti i cittadini, favorendo l’uso della nostra lingua.
“Parlar chiaro in Europa delle volte significa parlare in modo sbagliato” ha affermato Giampiero Gramaglia, direttore di AffarInternazionali.it. Infatti, quando si parla di politica europea si fa ancora molta confusione, non soltanto a causa dell’inglese, della cattiva informazione o dello scarso interesse da parte dei cittadini; uno dei problemi principali è proprio quello di comunicare in italiano. In modo particolare si tendono a tradurre in maniera sbagliata le funzioni degli organi amministrativi europei o per dirla con Stefano Polli, vice direttore dell’Ansa, si tende a parlare il “Burocratese”, senza rendersi conto che diversi termini andrebbero spiegati in modo chiaro e corretto. Polli ha inoltre aggiunto che in molti casi potrebbe trattarsi di “un concorso di colpa” in cui da una parte i cittadini dovrebbero impegnarsi ad acquisire una migliore informazione mentre dall’altra i giornalisti hanno il dovere di parlare chiaro e tradurre, nei limiti del possibile, l’amministrazione europea: per esempio spiegando che il Parlamento Europeo è un organo colegisativo e non legislativo come spesso si scrive.
Comunicare l’Europa, quindi, non è impossibile; gran parte delle difficoltà comunicative sono spesso causate dall’utilizzo di una terminologia tecnica che a priori risulta poco chiara e che di conseguenza viene percepita dai cittadini europei in modo sbagliato. È questa la sfida delle #EuroParole.