La direttiva, se approvata, autorizzerebbe il sequestro in caso di prove eclatanti anche prima che ci sia stata una condanna definitiva. Regno Unito e Danimarca si tirano fuori dall’accordo
La commissione libertà civili (Libe) del Parlamento europeo ha adottato oggi un testo che potrebbe rendere più semplici le procedure per tracciare, congelare e confiscare i beni riconducibili ad attività criminali. La proposta, che era già sul tavolo a fine novembre quando l’assemblea parlamentare ed il Consiglio avevano raggiunto un accordo informale, ha ottenuto oggi il suo primo via libera quasi all’unanimità (44 sì, 1 no e 1 astenuto).
In concreto la formula lanciata da Parlamento e Consiglio, imporrebbe agli Stati membri di consentire la confisca dei beni di criminali già condannati in via definitiva. Qualora ricevesse l’approvazione finale sia di Parlamento che Consiglio, inoltre, la confisca sarebbe autorizzata anche nel caso in cui il sospetto o l’accusato fosse malato o assente al processo. Le due istituzioni comunitarie hanno chiesto alla Commissione europea, attraverso una dichiarazione congiunta, di studiare la fattibilità dell’introduzione di procedimenti di “confisca non basata su condanna”.
Nella proposta del Parlamento si richiede anche l’estensione dei poteri di confisca nel caso in cui una corte, “sulla base dell’analisi di fatti specifici ed effettive prove a disposizione”, (come ad esempio l’incompatibilità del valore di una proprietà con il reddito legalmente dichiarato dal condannato) giudichi che il possesso di un bene derivi da condotta criminale. Il sequestro di beni da terzi che hanno acquisito o acquistato un bene, sarà consentito se la persona coinvolta “sapeva o avrebbe dovuto sapere che lo scopo del trasferimento o acquisizione era quello di evitare la confisca, sulla base di fatti e circostanze concrete”. Il testo approvato prevede inoltre una clausola di revisione che consenta alla Commissione di aggiungere nuovi reati alla lista di quelli a cui è possibile applicare la confisca. Per la relatrice Monica Luisa Macovei (Ppe), “la nuova direttiva consentirà alle autorità nazionali di identificare e rintracciare velocemente i beni provenienti da attività criminali e renderà più semplice e coerente la procedura di confisca in tutta l’Ue”.
Il testo sarà sottoposto all’approvazione in seduta plenaria del Parlamento europeo il prossimo febbraio per essere poi approvato formalmente dal Consiglio. Una volta approvata la direttiva, gli Stati avranno a disposizione 30 mesi per recepire la direttiva nella legislazione nazionale. Il Regno Unito e la Danimarca hanno già dichiarato di non prendere parte all’accordo.
Marco Frisone