da uno degli inviati
Strasburgo – Dieci, dieci, cento, mille Europhonica. L’iniziativa giornalistica di RadUni e dei network delle radio universitarie europee torna ad accendere i suoi microfoni dopo la morte di Antonio Megalizzi e Bartosz Piotr Orent-Niedzielski, uccisi nell’attacco terroristico ai mercati di Natale di Strasburgo e ai quali il parlamento ha intitolato uno studio radiofonico della sala stampa.
Due mesi dopo gli eventi, Europhonica ricomincia a pubblicare contenuti e trasmettere. Tutto riparte. Con l’intenzione di essere l’inizio di una nuova vita, per tutti, con una linea di bilancio pensata per promuovere attività di questo tipo. Un annuncio dato in occasione della visita della redazione di Europhonica in Parlamento europeo a Strasburgo.
“Serve il supporto tecnico-logistico”, sottolinea Alice Palta, di RadUni e radio Campus France. “I francesi sono avvantaggiati nel raggiungere questo luogo”, mentre gli altri no. Devono pagare le spese di trasferta. “Serve copertura dei costi di viaggio, perché i giovani spesso non hanno un lavoro”.
Un’osservazione accolta da Silvia Costa, europarlamentare del PD che ha ospitato l’iniziativa. Sono due, sottolinea, le proposte messe sul tavolo dopo i tragici eventi di Natale. La prima è intitolare una borsa di studio ai due giovani giornalisti, magari la prima “una serie di borse di studio” di questo tipo. La seconda iniziativa è prevedere di “inserire nel programma Europa creativa una linea finanziaria dedicata al giornalismo di qualità in Europa, anche contro le fake news”. E’ questa una proposta “condivisa, che spero possa andare a buon fine”.
E’ l’auspicio di tutti, a Europhonica. Intanto per raccontare l’Europa nell’anno cruciale delle elezioni che potrebbero ridisegnare il Parlamento Ue come non mai. “Abbiamo chiesto al presidente Tajani che faccia di tutto per sostenere il progetto Europhonica”, dice la caporedattrice Clara Stevanato, che assieme ai colleghi Andrea Fioravanti e Caterina Moser chiedono che l’istituzione comunitaria “possa rendere una realtà dil sogno di Antonio e Bartosz”, vale a dire rendere possibile a tutti fare radio, fare informazione e giornalismo sull’Ue.
Intanto dall’Italia giungono buone notizie, e le annuncia Costa. La Crui, la conferenza dei rettori italiani, “ha preso un impegno per finanziare queste spese, che spero trovino un sostegno strutturale”, in Italia come in Europa. Un primo passo. Nel nome anche di Megalizzi e Bartok.