Bruxelles – “Nubi e incertezza avvolgono l’Europa per via della Brexit e delle elezioni europee”, che potrebbero dare un volto quanto mai euro-scettico al Parlamento europeo. “Un motivo per essere allertati ma non ancora allarmati”, ma comunque su cui lavorare. Kristalina Georgieva, Chief Executive Officer e presidente ad interim della Banca mondiale, sceglie la platea della giornate europee dell’industria per ricordare le principali sfide immediate dell’Ue. Un’Ue la cui economia stenta più del previsto, e su cui aleggia lo spettro della guerra commerciale.
Non a caso il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, ha voluto toccare il tema degli scambi. “L’accordo tra Ue e Giappone cambia le carte in tavola, permettendo un risparmi di un miliardo per le imprese europee” in abolizione di tariffe alle esportazioni e alle importazioni, sottolinea. “E’ questa l’idea di commercio per cui si batte la Commissione”.
Juncker denuncia implicitamente Stati Uniti e Cina quando parla di soggetti che scelgono la via dei dazi o della concorrenza sleale, e assicura che l’esecutivo comunitario “non svende i valori europei per rapidi accordi” in questo settore. Un messaggio al mondo dell’industria, a cui chiede coraggio e determinazione.
“La nostra economia si sta trasformando davanti ai nostri occhi, e il mondo sta cambiando più rapidamente che mai. Non dobbiamo combattere il cambiamento, ma adattarci ad esso”. Ciò in ragione del fatto che “l’Europa è ancora una società industriale, e dobbiamo pensare a cosa può fare la nostra economica per la nostra società”.
La principale sfida, ricorda Juncker, è costruire un modello equo e giusto, che non lasci indietro nessuno o che lasci indietro quante meno persone possibile. “C’è bisogno di stabilità sul lavoro, c’è bisogno di stabilità a casa”.
La trasformazione dell’economia porta con sé domande a cui dover trovare risposte. Serviranno sempre più figure professionali fino ad oggi neppure esistenti. “Lavoro e competenze devono essere la nostra priorità” per poter governare il cambiamento in atto. L’Ue cerca di giocare in anticipo. Nella proposta di nuovo quadro pluriennale (MFF 2021-2017) “nove miliardi di euro sono dedicati ai programmi digitali per la trasformazione digitale, e un quarto del bilancio intende sostenere energia pulita e clima”, in quanto “i cambiamenti climatici pongono molte sfide per l’industria”, europea e non.
Il presidente della Commissione europea ricorda infine le regole del gioco alla base del mercato unico: concorrenza leale. “Permetteremo sempre una concorrenza che sia giusta per imprese e cittadini”. Vuol dire niente sconti. E questo vale anche per l’Italia, che lavora alla fusione tra Alstom e Siemens. L’esecutivo comunitario “non fa favori” in questo settore.
“Vogliamo imprese europee che possano competere sulla scena mondiale”, ma nel rispetto delle norme. L’Ue non è ‘bacchettona’, e Juncker usa i numeri per dimostrarlo. “In quasi 30 anni abbiamo approvato più di seimila accordi e bloccato meno di 30. Questo e’ un messaggio a quelli che dicono che la Commissione è composta da tecnocrati ciechi, stupidi e ottusi. Questo dimostra che crediamo nella concorrenza, fino a quando e’ leale per tutti”.