Bruxelles – Per ricordare i colleghi Antonio Megalizzi e Barto Pedro Orent-Niedzielski, detto Bartek, oggi è stato osservato un minuto di silenzio durante il consueto briefing della Commissione europea. E’ stato anche letto dal collega Lorenzo Consoli, a nome dei corrispondenti a Bruxelles, un ricordo dei due giornalisti uccisi a Strasburgo la scorsa settimana, scritto dai loro colleghi di Europhonica.
Sul maxischermo sono apparse le foto di Antonio e Bartek, mentre il capo portavoce della Commissione, Margaritis Schinas, ha pronunciato qualche parola di omaggio prima del minuto di silenzio.
“Antonio e Bartek, anche se completamente diversi, erano persone molto simili – ricorda il messaggio dei colleghi di Europhonica -. Bartek poteva sposare qualsiasi causa con una passione che instillava nelle persone l’interesse, o almeno la curiosità, su ciò che stava accadendo nel mondo. Antonio aveva un talento naturale: spiegare in modo semplice e chiaro il tema più difficile del mondo, cosa è l’Unione europea. Aveva un approccio ‘democraticamente pop’. Lo ha fatto anche smantellando con pazienza e meticolosità tutte le fake news e i miti negativi sulle istituzioni”.
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“Tutti voi avete un’idea di Bartek e Antonio come se fossero stati tagliati da uno sfondo neutro, immagini ferme, cristallizzate. Anzi, forse non ricordi di averli visti e di aver parlato con loro per una chiacchierata, per organizzare un’intervista, o semplicemente per incontrarli nei corridoi del Parlamento europeo. Ma erano lì – ricordano i loro colleghi nel messaggio -, in ogni sessione plenaria, a fare il loro lavoro, esattamente come tutti voi. E avrebbero voluto farlo per tutta la vita. Perché, come Antonio ci ha sempre detto, questo ‘è il lavoro più bello del mondo'”.
Il testo continua sottolineando che “non prestiamo mai attenzione alle persone con cui parliamo, ai loro sogni e alle loro idee. I nostri occhi dovrebbero imparare a guardare attentamente quelli che ci circondano. Vogliamo darvi un ricordo di loro. A cena, nella mensa del Parlamento europeo, davanti a un caffè, Antonio e Bartek avevano la capacità, la passione di parlare per ore di qualsiasi tema europeo, come comunicarlo e comprenderlo a fondo. Bartek avrebbe denunciato le ingiustizie del mondo e Antonio avrebbe pensato a come risolvere concretamente i problemi”.
“Partendo da due diverse visioni, modi di fare le cose, coinvolgendo persone diverse, arrivarono alla stessa conclusione termina il messaggio – : capire, raccontare, amare l’Unione europea. E loro avrebbero voluto farlo, anche oggi, qui con tutti voi”.