Roma – Un divorzio porta sempre sofferenza tra chi si separa, rancore tante recriminazioni su quello che poteva essere e non è stato. Anche quando la separazione non è quella che mette fine a un matrimonio ma è una metafora (azzeccata) per descrivere la Brexit. E il suo inventore, Michel Barnier, capo negoziatore dell’Unione europea proprio sul dossier che ha sancito l’addio del Regno Unito all’Unione europea, si prende i complimenti dei deputati e dei senatori che lo ascoltano nel corso della programmata audizione davanti alle commissioni Esteri e Politiche Ue di Camera e Senato.
Barnier difende la cifra necessariamente super partes del suo ruolo di negoziatore, ricordando i trascorsi di ministro francese, ma non gli si può chiedere, e lo dice chiaro e tondo, di essere contento per la Brexit. “Ha provocato moltissima incertezza, come qualsiasi divorzio. In questo Trattato abbiamo cercato di dare certezza e stabilità su quei temi su cui la Brexit ha creato alcune angosce”. La separazione “non ha un valore aggiunto, è un negoziato ‘lose-lose’ in cui perdono tutti. Io personalmente sono molto triste per questa decisione del Regno Unito, ma la rispettiamo perché è una decisione democratica, e adesso bisogna attuarla”.
I temi trattati con i parlamentari italiani sono tantissimi “ed è per questo che il Trattato sulla Brexit ha 600 pagine. Il primo tema è quello dei diritti dei cittadini: 3,5 milioni di cittadini Ue che lavorano nel Regno Unito, tra cui circa 600-700mila italiani. E poi ci sono 1,5 milioni di britannici che vivono e risiedono nei Paesi Ue. Abbiamo trovato un accordo con i britannici per garantire i diritti acquisiti di tutte queste persone per tutta la loro vita”.
Con Brexit “non ci sarà più libera circolazione” tra l’Ue e la Gran Bretagna, ha precisato, categorico, Barnier. “E’ una delle ragioni per cui i britannici hanno voluto la Brexit – ha aggiunto – e non parliamo di migrazioni ma solo di cittadini europei che finora hanno avuto un’apertura per potersi spostare tra i vari Paesi. Il Regno Unito vuole mettere fine a questo”.
Incontrando il presidente del Consiglio italiano (ha visto anche il presidente della Camera Roberto Fico), Barnier ha detto di essere “contento di incontrare Giuseppe Conte per la mia prima visita sulla Brexit. Continuiamo il nostro lavoro con gli Stati membri, basato sul nostro metodo di unità e trasparenza”. La tutela dei diritti dei cittadini, con una particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, e la protezione delle indicazioni geografiche sono stati al centro del colloquio. Barnier, riferisce una nota della presidenza del Consiglio, “ha confermato la validità delle intese raggiunte, dando atto al Governo italiano della determinazione e coerenza con la quale ha sostenuto i propri legittimi interessi”. Nel corso del colloquio con il premier di Roma è stata “confermata l’importanza di proseguire, sia a livello europeo che nazionale e con un approccio unitario, i preparativi anche in caso di recesso senza accordo”.
Quello che accadrà da qui alle prossime settimane Barnier non lo dice. Davanti ai parlamentari italiani fa sfoggio di cautela riconoscendo alla premier britannica May la qualità della combattente. “Cosa succede se l’11 dicembre si verifica un fallimento del voto a Westminster sul Trattato per la Brexit? Sono il negoziatore europeo, non posso intervenire nelle questioni politiche della Gran Bretagna, quindi devo rispettare questo periodo democratico. Penso che May sia una donna molto coraggiosa, sa cosa vuole, ha negoziato con forza questo Accordo e abbiamo trovato un compromesso su molti temi. Questo raggiunto sulla Brexit è il migliore e l’unico accordo possibile”.