Bruxelles – La Brexit ha conseguenze innumerevoli, e tra queste c’è anche il cambio di numeri e composizioni delle varie istituzioni e organi europei. Così avverrà anche per il Comitato economico e sociale Ue (Cese) e il Comitato delle Regioni Ue (Cdr).
La Commissione europea ha reso note due proposte per il cambio di ripartizioni nei due organi, entrambi attualmente formati da 350 membri ciascuno. La scadenza del mandato sarà il 25 gennaio 2020 per il il Cdr e il 20 settembre dello stesso anno per il Cese. I posti vacanti, dopo l’uscita della Gran Bretagna il 29 marzo, saranno 24 ciascuno. L’esecutivo comunitario propone di dare a Cipro, Estonia e Lussemburgo una poltrona in più a testa, dopo averla persa a seguito dell’adesione della Croazia all’Unione europea (2013) e alla decisione della Commissione Ue presa in merito alla nuova composizione dei due Comitati nel 2015. I restanti posti saranno lasciati “vuoti”, come eventuale riserva in caso di un allargamento dell’Ue. In altre parole, nel periodo 2020-2025, i due organi saranno composti da 329 membri ciascuno.
La proposta della Commissione Ue dovrà ora passare al vaglio del Consiglio Ue, che deciderà all’unanimità sulla nuova composizione.
Sulla Brexit la Commissione ha preso oggi un’altra decisione, dichiarando inammissibile la richiesta di un referendum, aperto a tutti i cittadini europei, sulla permanenza o meno della Gran Bretagna nell’Ue. L’Iniziativa dei Cittadini europei (Ice) in merito non verrà quindi autorizzata, ritenendo che esuli dalle competenze comunitarie esprimersi politicamente sulla volontà o meno che la Uk stia dentro o fuori dall’Unione.