Bruxelles – L’appuntamento elettorale europeo si avvicina e i cittadini comunitari lo sanno. Come sanno bene cosa li preoccupa: il dilagare di disinformazione e mala informazione online. Tema nuovo? Certamente no, ma leggere i dati dell’ultimo Eurobarometro in merito apre gli occhi a quelli che, ancora, sottovalutano il problema della fiducia dei cittadini nella tutela dei propri diritti quando navigano sul web.
Circa tre quarti del campione intervistato (composto da 22.629 europei provenienti da tutti gli Stati membri Ue), per la precisione il 73 percento, ritiene “preoccupante” la disinformazione in rete in vista delle elezioni (sia europee, sia nazionali). Tra questi, il 30 percento la reputa “molto preoccupante”.
Non va molto meglio per quanto riguarda il trattamento dei dati personali online. Il 67 percento delle persone, in effetti, ritiene che i propri dati possano essere utilizzati per indirizzare messaggi politici, compromettendo la competizione elettorale tra partiti. Non è certo un caso che sia passato da poco l’uragano “Cambridge analytica”, che ha lasciato più di qualche danno nella fiducia delle persone quando navigano in rete: impossibile non collegare i timori dei cittadini alla vicenda, che ha aperto l’armadio al cui interno, come molti sapevano già ma forse non volevano ammetterlo, si nascondevano gli scheletri del condizionamento nella competizione elettorale, tramite informazioni distorte o bombardamento informativo nei confronti dei più “dubbiosi”, quella massa di elettori incerti su cosa scegliere alle urne.
Più della metà degli intervistati (55 percento) si dice poi preoccupata riguardo alle restrizioni e alla censura del dibattito politico sui social network.
Sono tutti dati che emergono dall’Eurobarometro pubblicato oggi dalla Commissione europea riguardo alle aspettative sulle elezioni 2019, presentato in occasione del 2018 annual Colloquium on Fundamental Rights. L’evento riunisce politici, ricercatori, giornalisti, attivisti e organizzazioni non governative per discutere su come rendere le democrazie europee più resilienti e inclusive e su come supportare la società civile, salvaguardando elezioni libere.
Frans Timmermans, primo vicepresidente della Commissione Ue, ha voluto evidenziare la preoccupazione dei cittadini che emerge dal rapporto, non senza però sottolineare una nota positiva: “Sempre più persone hanno un atteggiamento critico verso l’informazione loro offerta, e si dimostrano attente alle forze che manipolano quello che leggono nel tentativo di influenzare ciò che pensano o scelgono di votare”.
“I cittadini si aspettano azioni che garantiscano elezioni sicure e libere, si aspettano più informazioni riguardo all’Europa e ai nuovi volti in politica”, ha rimarcato la commissaria Ue per la Giustizia Vĕra Jourová. In effetti, stando ai dati dell’Eurobarometro, il 43 percento degli europei intervistati vorrebbe ricevere maggiori informazioni sull’Unione e sul suo reale impatto nella loro vita. A tal proposito, vale la pena fare riferimento al nuovo sito del Parlamento europeo, “Cosa fa l’Europa per me”, che offre esempi pratici di progetti realizzati dall’Ue per migliorare la vita di tutti i giorni. “Stiamo combattendo contro i dati illegali e la manipolazione e disinformazione online, ma abbiamo bisogno della collaborazione di tutti i governi nazionali e dei partiti politici”, ha concluso Jourovà.
Che l’informazione sia sempre più strategica, d’altronde, ce lo ricorda anche il garante europeo per il trattamento dei dati personali, Giovanni Buttarelli, che la settimana scorsa ha preso parte all’evento “How can we govern Europe” tenendo un discorso, non senza note negative, riguardo alle sfide che l’Unione europea dovrà affrontare in vista delle vicinissime elezioni. Buttarelli ha anche ricordato che l’Ue ha deciso di identificare un pacchetto di misure che vedrà la luce presto e che punta sulla valorizzazione di un sistema di monitoraggio democratico in rete, con la collaborazione dei garanti della privacy a livello nazionale e europeo.