I fondi comunitari serviranno a coprire parte dei costi delle truppe schierate nel Paese
Negli ultimi giorni almeno 100 persone sono state uccise nei violenti scontri nella capitale Bangui
L’Unione europea supporterà finanziariamente la missione di pace nella Repubblica centrafricana. Ieri il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha adottato all’unanimità una risoluzione che dà mandato alle forze dell’Unione africana di dispiegarsi per un periodo di 12 mesi con il compito di “proteggere i civili, ristabilire l’ordine e la sicurezza, stabilizzare il paese” e facilitare l’arrivo degli aiuti di cui la popolazione ha bisogno con urgenza. Il Consiglio ha anche votato l’autorizzazione alle truppe francesi a unirsi alla missione di pace dell’Unione africana, il presidente Francoise Hollande ha già inviato 1.200 soldati per tentare di fermare i violenti scontri che negli ultimi giorni avrebbero portato alla morte di cento persone nella capitale Bangui.
L’Unione europea da parte sua ha stanziato 50 milioni di euro per sostenere la missione internazionale. “Contribuirà alla stabilizzazione del paese e alla protezione delle popolazioni locali, creando condizioni favorevoli alla fornitura di assistenza umanitaria e alla riforma del settore della sicurezza e della difesa”, ha dichiarato il commissario europeo per lo sviluppo Andris Piebalgs.
“Esorto le autorità di transizione della Repubblica centrafricana ad assumersi la responsabilità di una cessazione immediata delle ostilità e di attuare senza indugio l’accordo di transizione, per consentire lo svolgimento delle elezioni e il ritorno all’ordine costituzionale entro il febbraio 2015” ha aggiunto l’Alto rappresentante per gli Affari esteri e la politica di sicurezza Catherine Ashton.
Il sostegno finanziario da parte dell’Ue verrà mobilitata attraverso il Fondo per la pace in Africa (parte del Fondo europeo di sviluppo – Fes) e dovrebbe coprire i costi delle sistemazioni e del sostentamento delle truppe schierate in campo nonché i costi operativi di trasporti, comunicazioni o servizi medici.
I problemi nel paese sono iniziati quando a marzo il presidente Francois Bozize è stato destituito da una coalizione eterogenea a dominanze musulmana, denominata Séléka. Un atto che ha fatto sprofondare il paese nel caos con feroci violenze intertribali e interreligiose tra cristiani e musulmani.