Bruxelles – Il piano Juncker è un successo. Dati alla mano, la Commissione Ue ha comunicato oggi come il piano d’investimenti per l’Europa, ormai avviato quattro anni fa, sta avendo effetti positivi. Più di quanto non ci si aspettasse. Nel luglio 2018, il piano ha superato infatti il suo obiettivo iniziale di 315 miliardi di euro, mobilitando ad oggi investimenti per 360 miliardi, due terzi dei quali provenienti da privati. Si stima che il Fondo europeo per gli investimenti strategici abbia già creato più di 750.000 posti di lavoro, che saranno aumentati di altri 1,4 milioni entro il 2020.
Il piano, ci dice la Commissione Ue, ha già fatto aumentare il Pil dello 0,6 percento, cifra che dovrebbe arrivare all’1,3 percento entro il 2020. I benefici stanno arrivando per tutti gli Stati membri, soprattutto per quelli maggiormente colpiti dalla crisi.
“Il piano è stato una vera e propria svolta”, ha sottolineato Jyrki Katainen, vicepresidente della Commissione e Commissario responsabile per gli investimenti, guardando anche fiducioso al futuro, rendendo noto che “con il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE intendiamo mantenere questo slancio e fare in modo che il modello vincente del piano diventi la regola a livello europeo per il sostegno agli investimenti”.
Sforzi sono stati fatti a livello nazionale ed europeo per eliminare gli ostacoli agli investimenti, così da rendere, si legge nella comunicazione, “l’Europa un luogo ancora più attraente in cui le imprese possano stabilirsi e prosperare”.
Per il futuro, afferma la Commissione, sarà necessario impegnarsi per eliminare le strozzature normative. Ecco perché l’esecutivo comunitario invita anche il Parlamento europeo e il Consiglio a procedere rapidamente all’adozione di riforme nell’ambito della strategia per il mercato unico, del mercato unico digitale, dell’Unione dei mercati dei capitali e dell’Unione dell’energia. Riforme di tipo strutturale sono necessarie anche per favorire le imprese.