Il bulgaro Kostov (Rzs): “Lo vogliamo come capolista”. Un cavillo nella legge del Paese lo permetterebbe, ma resta comunque il nodo della cittadinanza
La notizia che Berlusconi possa candidarsi alle prossime europee in un altro Stato membro sembra non essere più solo una ipotesi teorica o una boutade, tanto che c’è addirittura chi la prende talmente sul serio da offrigli un posto da capolista. Vesselin Kostov, membro del partito bulgaro Rzs, acronimo di “Ordine, Legalità e Giustizia”, al programma radiofonico di Radio 2 “Un giorno da pecora” ha dichiarato: “Vogliamo candidare Silvio Berlusconi alle prossime europee, gli abbiamo mandato una lettera”. Sul perché di questa scelta Kostov, che definisce il suo partito “più a destra di Alleanza Nazionale ma non neonazista”, spiega: “Prima di tutto siamo innamorati del Milan e poi lo stimiamo come politico. Inoltre, candidandolo, vogliamo far sapere all’Italia quanto ha perso senza un politico come lui”. Certo con il Rzs l’eventuale posto di Berlusconi non sarebbe certo blindato visto che il partito al momento è intorno al 3%, ma con lui secondo Kostov potrebbe arrivare anche “a più del 10%”, “noi lo metteremmo capolista” aggiunge. Secondo quanto dichiarato dal politico bulgaro in Forza Italia, con cui ci sarebbero stati contatti telefonici, “sarebbero favorevoli all’idea”.
Dal canto suo l’ex Presidente del Consiglio smentisce seccamente l’idea dicendo di provare “stupore” per “una notizia che ho letto sui giornali” e che lui non ha “mai nemmeno pensato a alternative allo stare qui a combattere per la libertà”. Ma, si sa, Berlusconi non è nuovo a cambiamenti repentini di idea, e così il quotidiano Libero sta studiando tutte le possibilità per cercare di spingerlo a intraprendere questa avventura bulgara.
In Bulgaria per candidarsi bisogna non aver subito condanne da parte di un tribunale locale, e fin qui ci siamo ma, come abbiamo scritto, il Cavaliere avrebbe bisogno anche della cittadinanza bulgara, per ottenere la quale in fretta ci vorrebbe un riconoscimento particolare da parte della presidenza della Repubblica in cui si attesti che abbia fatto qualcosa di importante per la Bulgaria. Sulle condanne nello Stato d’origine la legge bulgara poi, secondo il quotidiano diretto da Maurizio Belpietro, distinguerebbe due casi: quando ci si candida sotto le insegne di un partito e quando da indipendente. Nel primo caso bisogna presentare un documento che certifichi il proprio status di non interdetto nel Paese di origine, nel secondo caso invece la legge (articolo 4) non prescriverebbe la presentazione dell’attestato di candidabilità. Per Berlusconi ci sarebbe dunque una possibilità.