Bruxelles – I governi nazionali non hanno accettato le modifiche proposte dal Parlamento europeo al bilancio comunitario del 2019. Il testo era stato approvato solo poche ore prima a Strasburgo, con 389 voti a favore, 123 astensioni e 158 contrari. Approvazione per cui l’europarlamentare S&d Daniele Viotti (Pd), relatore al bilancio generale dell’Unione europea per il 2019, si era detto soddisfatto, parlando di un progetto “ambizioso” in cui erano stati implementati i finanziamenti per il contrasto alla disoccupazione giovanile, il supporto delle piccole e medie imprese e le aziende innovative, la gestione migliore delle migrazioni e la lotta alla povertà e all’esclusione sociale. Il tutto riducendo, per contro, i fondi destinati alla Turchia per la gestione dei flussi migratori verso l’Europa, punto che ha trovato d’accordo anche il Consiglio.
Ancora prima del voto in plenaria a Strasburgo Viotti aveva espresso dubbi sull’approvazione, da parte dei governi nazionali, delle modifiche proposte dal Parlamento Ue. “Come al solito chiedono all’Europa di più, mettendo a disposizione però meno risorse”, lamenta l’eurodeputato Pd, “cosa ovviamente impossibile”.
Come da previsioni, in effetti, non ha tardato ad arrivare il contrordine del Consiglio. La proposta è tornata al mittente, aprendo così il periodo di ‘conciliazione’ tra le due istituzioni, della durata di tre settimane a partire dal 30 ottobre. Entro il 19 novembre, la nuova proposta dovrà essere pronta; in caso contrario, il processo ricomincerebbe da capo, tornando indietro fino alla Commissione, che dovrebbe a quel punto presentare un nuovo testo.
Crescita, occupazione e innovazione, lotta al cambiamento climatico, sicurezza e migrazioni, attenzione alle nuove generazioni: pur condividendo le stesse priorità, il Consiglio non ha accettato gli aumenti di finanziamento proposti dal Parlamento Ue, che superano “troppo” quelli previsti dal Consiglio nella sua bozza di bilancio. In particolare, è stata richiesta una maggior attenzione a quelli che sono i bisogni del momento, in modo tale da assicurare adeguati livelli di finanziamento e di allocazione dei soldi dei contribuenti europei. Nella relazione sulla posizione del Consiglio in merito alla proposta approvata a Strasburgo, in effetti, si chiede che il bilancio 2019 “Sia incentrato sulle priorità delineate nel Semestre europeo…nonché sulla risposta alle principali preoccupazioni dei cittadini dell’UE”, le quali sono delineate, ad esempio, “nell’Eurobarometro 2018, secondo cui le questioni più urgenti sono identificabili nel settore della sicurezza e della difesa”. Diversi ordini di importanza ai bisogni, dunque, ma non solo.
Nel suo progetto di bilancio Ue per il 2019, il Consiglio aveva fissato un ammontare degli impegni pari a 164,1 miliardi di euro e di pagamenti pari a 148,2 miliardi. Il Parlamento, nella sua proposta, era andato al rialzo, rispettivamente prevedendo un ammontare di 166,3 e 149,3 miliardi di euro. Troppo, stando ai governi degli Stati membri.
In attesa dell’avvio dei negoziati inter-istituzionali, da Strasburgo Viotti si è lamentato dell’assenza, in Italia, di un ministro che si occupi del bilancio dell’Unione. L’eurodeputato denuncia, in effetti, di non avere un interlocutore nel nostro Governo, mentre sa perfettamente a chi rivolgersi per tutti gli altri 26 Paesi membri. “Ad oggi non sono ancora riuscito ad avere un contatto con il Governo italiano”, sostiene, e in un tweet si lamenta dell’attenzione che suscitano “le scarpate sui fogli” nei giornali italiani a discapito di questioni probabilmente più rilevanti, quali il bilancio dell’Unione.
Ieri è passato il bilancio di cui sono relatore, roba da 165 MLD. Oggi nessun giornale ne parla.
Però, ehi, quello che prende a scarpate i documenti: foto, titoloni, interviste persino.
Forse la colpa è mia ma… https://t.co/FmX1xtKeFB— Daniele Viotti (@danieleviotti) October 25, 2018