Roma – La giornata di Michael Roth, che davanti agli studenti raccolti ieri nel tardo pomeriggio dallo Iai di Nathalie Tocci per parlare del futuro dell’Europa si fa chiamare “Michele”, era cominciata con tutti gli onori tributati dai parlamentari a un ministro straniero. Ed è invece finita con un duello di smentite e contro smentite con i presidenti delle commissioni Affari europei di Camera e Senato, Sergio Battelli ed Ettore Licheri, entrambi dei Cinquestelle. Oggetto del contendere l’avallo che il ministro tedesco degli Affari europei avrebbe dato al reddito di cittadinanza tanto caro ai grillini. Il deputato italiano, Battelli, assicura che non solo Roth ha promosso il reddito di cittadinanza ma ha addirittura apprezzato la “manovra economica espansiva” del governo italiano. Il ministro tedesco affida invece a una nota la sua versione, replicando piccato di non essersi mai “immischiato” nelle vicende di politica nazionale.
Nel mezzo l’incontro con l’ex presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni e i ministri degli Affari europei, Paolo Savona, e degli Esteri, Enzo Moavero.
E che forse il ministro tedesco si sia spinto un po’ troppo in là, con le cose di casa italiane, lo fa notare anche la consueta nota della Farnesina laddove viene scritto (e stavolta non smentito dai tedeschi) che “con riferimento alle discussioni in corso in Italia sulle misure economiche e la prossima legge di stabilità il Ministro Roth si è pronunciato a favore dell’opportunità di misure di bilanciamento sociale, e soprattutto di protezione sociale, delle persone che si trovano in situazione svantaggiata, oltre che di incentivi all’ingresso nel mondo del lavoro”.
Insomma, un imprevisto ‘bagno di attualità’ per il giovane e spigliato ministro di Merkel che, chissà quanto inconsapevole, quando cala la sera di ieri su Roma, catechizza i giovani raccolti dallo Iai sui valori europei. E proprio tracciando un bilancio dei suoi incontri con alcuni big del governo gialloverde, che dice chiaro e tondo: “I populisti e i sovranisti vogliono cancellare i valori europei ma io accetto e rispetto il voto degli italiani e trovo cruciale parlare con tutti”. Del ministro italiano per gli Affari europei, Paolo Savona, infatti “apprezzo le idee anche se lui mi ha spiegato di non essere un politico quanto piuttosto un tecnico”. Con il collega Moavero, poi, c’è stata una “comune valutazione” sulla necessità “di una cooperazione più stretta nella Ue”.
Quella Europa che Roth definisce “diversa” dagli stati governati da Trump, Putin o i cinesi. Un’Europa, annota la padrona di casa Nathalie Tocci “schizofrenica che passa dall’euforia del voto francese alla depressione per quello italiano”. E per Roth, “paladino degli Stati Uniti d’Europa – come descrive se stesso – bisogna migliorare la comunicazione. Ai nostri cittadini va spiegato che le decisioni assunte a livello europeo hanno uno spessore e un impatto diverso dalle misure che posso prendere i singoli Stati”. Ma perché una comunità di 500 milioni di persone “circondata da guerre, migrazioni, crisi sociali ed economiche possa funzionare servono regole e capacità di condividere”.
L’Europa che immagina Roth e che cerca di disegnare davanti a una giovane platea, equamente divisa tra euroconvinti ed euroscettici, “è quella che ‘building bridges’, costruisce ponti, e non si chiude sulla spinta dei sovranismi o dei particolarismi. La diversità ci fa più forti, non dobbiamo temerla. E mi rivolgo al centrodestra come al centrosinistra: le nostre proposte devono essere originali altrimenti – e questo inciso porta spediti alle lezioni del prossimo maggio – gli elettori sceglieranno l’originale, non la brutta copia”.