dall’inviato
Lussemburgo – I libri elettronici sono libri a tutti gli effetti, e come tali vanno trattati. I ministri economici dell’Ue riconoscono questo principio e danno il via libera all’equiparazione, anche fiscale, tra pubblicazioni cartacee (giornali, libri, riviste) e pubblicazioni digitali. Viene meno quindi il divieto di aliquota ridotte per gli e-book, che vedranno scendere l’importo dell’Iva dall’attuale 15% al 5%, e in alcuni Stati membri anche a livelli inferiori o pari a zero. Questo risultato “rientra nei nostri sforzi per modernizzare l’Iva per l’economia digitale, e ci consente di tenere il passo con il progresso tecnologico”, commenta Hartwig Löger, ministro delle Finanze dell’Austria, che attualmente detiene la presidenza del Consiglio Ue.
L’accordo, così come licenziato dall’Ecofin, era già stato trovato lo scorso maggio, ma le resistenza di Repubblica ceca prima e Romania poi su un altro dossier relativo all’Iva, ha impedito l’approvazione formale dell’intesa, rimasta ostaggio dei veti dei due Paesi dell’est. Trovata l’intesa sull’altro dossier, quello del sistema di inversione contabile per scaricare l’Iva dal venditore all’acquirente, si chiude quindi una storia rimasta appesa a un filo, e che ha tenuto col fiato sospeso in molti in Europa, editori compresi.
“L’Ue oggi ha inviato un messaggio forte rimuovendo un grosso ostacolo all’ulteriore sviluppo del mercato della stampa digitale in Europa”, commenta Xavier Bouckaert, presidente dell’Associazione delle riviste europee (Emma). Soddisfatto anche Carlo Perrone, presidente dell’Associazione degli editori di giornali europei (Enpa). “La riduzione dell’aliquota Iva sulla stampa digitale promuoverà l’accesso dei cittadini europei alla stampa di contenuti su tutte le piattaforme, che svolgono un ruolo così cruciale nella democrazia europea”. Il cambiamento fiscale proposto dal consiglio Ecofin, “incoraggerà gli editori a continuare gli alti investimenti in contenuti di qualità che consentono ai cittadini di costruire un’opinione informata quando riferiscono su argomenti cruciali per la società e favoriscono il dibattito democratico”.