dall’inviato
Lussemburgo – I partner europei attendono l’Italia al varco. Aspettano di vedere cosa verrà recapitato a Bruxelles il 15 ottobre, giorno ultimo per la presentazione della bozza di legge di bilancio. Si fa pressione perché il governo Conte cambi idea e riconsideri le proprie intenzioni, e parallelamente si affilano le armi nel caso in cui l’Italia decidesse di tirare dritto per la sua strada. A dare il senso della situazione il ministro delle Finanze austriaco, Hartwig Löger. “Il 15 ottobre sarà il giorno giusto per stabilire in che modo reagiremo”.
L’Austria detiene attualmente la presidenza del Consiglio Ue, e dunque le esternazioni di Löger hanno un peso specifico politico non indifferente. Ricorda l’esistenza di “regole comuni”, e di fatto si dice pronto a chiedere la linea dura in Consiglio se la manovra italiana non sarà in linea con quanto richiesto dagli impegni, peraltro assunti dalla stessa Italia. Su questo la saldatura con la Commissione è totale.
L’esecutivo comunitario intende negoziare con spirito costruttivo con l’Italia. L’ha ripetuto il commissario per gli Affari economici, Pierre Moscovici. Il collega per l’Euro, Valdis Dombrovskis, invece, ha auspicato che alla fine la manovra italiana sia “ampiamente in linea” col patto di stabilità e crescita e le sue regole, cosa che “non sembra” in questo momento. Bruxelles, al pari degli Stati membri, fa pressione sul governo Conte. Ci sono due settimane per rivedere gli obiettivi di deficit (evitare l’annunciato 2,4% in rapporto al Pil) ed evitare lo scontro, che l’esecutivo comunitario non vorrebbe ma che gli Stati membri non possono non evitare.
Tutti, anche oggi, hanno ricordato una volta di più l’importanza di regole. Nelle ultime ventiquattro ore lo hanno fatto Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, e la Commissione europea. La questione qui non è se concedere o meno flessibilità, di cui l’Italia è fin qui il principale beneficiario. La questione è osservare dispositivi normativi di che il governo giallo-verde – questa la convinzione comune – sembra voler ignorare. Su questo non si potrà transigere, e non si potranno concedere sponde di alcun tipo. “Abbiamo reso chiaro che ci sono regole a cui tutti devono obbedire”, sibila il ministro belga, Johan Van Overtveldt. L’Italia è avvisata.