Bruxelles – Il blocco dei voli non è più un’ipotesi remota. Anzi. Un mancato accordo sull’uscita del Regno Unito dall’Ue rischia di tagliare i ponti aerei tra la Gran Bretagna e l’Europa continentale. Questione di regole che inevitabilmente Londra non potrebbe più soddisfare a meno di concessioni difficili da immaginare. Uno studio realizzato dal Centro ricerche del Parlamento per conto della commissione Trasporti della stessa istituzione Ue, ricorda quali le sono le regole del gioco. In base al regolamento 1008 del 2008 l‘autorità aeronautica di uno Stato membro può concedere una licenza di esercizio a solo se la compagnia aerea è effettivamente controllata da uno Stato membro o di proprietà di un cittadino Ue. Insomma, in caso di hard Brexit diverse compagnie potrebbero non decollare più.
Si può sempre immaginare cessione di quote. Lo studio mette in luce proprio come per le compagnie aeree lo scenario di un mancato accordo sulla Brexit “potrebbe porre questioni sugli assetti societari” e di proprietà. Ciò è vero soprattutto per le compagnie controllate dai britannici. “Al fine di mantenere le licenze operative – sottolinea il documento – le compagnie aeree dell’Ue con grandi quote detenute da cittadini del Regno Unito possono essere costrette a modificare le proprie strutture di proprietà, a favore di azionisti con nazionalità Ue o nazionalità dei restanti Stati membri”. Una mossa che però potrebbe non convenire ai britannici. Dal punti di vista britannico soggetti Ue potrebbero non essere autorizzati a controllare o possedere le compagnie aeree nazionali in quanto ciò “potrebbe precludere l’accesso agli accordi bilaterali sui servizi aerei del Regno Unito, che sono fondamentali per garantire l’accesso ai diritti di rotta internazionali al di fuori dell’Ue”.
Per privilegiare le rotte extra-Ue, le compagnie con la Union Jack potrebbero perdere quote di mercato nell’Ue, con gli azionisti a dodici stelle costrette a riconsiderare il proprio business model. Ancora, per ovviare al problema delle licenze di volo nello spazio aereo comunitario un’ipotesi per le compagnie interamente ‘british’ è quella di fusioni con compagnie Ue. Ma questo pone dei comunque degli interrogativi, in quanto aggregazioni di vettori “non possono avvenire senza misure di controllo e proprietà che consentano agli azionisti del Regno Unito di essere trattati su un piano di parità con gli azionisti dell’Ue”. Insomma, un hard Brexit rischia contraccolpi seri sul trasporto aereo.