Bruxelles – L’impegno e la volontà di contrastare i cambiamenti climatici ci sono, a mancare sono i soldi per passare dalle parole ai fatti. La transizione sostenibile ha un costo, che è diventato molto più alto del previsto e si pone il problema di come reperire le risorse. A lanciare l’allarme il commissario per i Mercati finanziari, Valdsi Dombrovskis, in occasione del One Planet Summit tenuto a New York in occasione dei lavori dell’Assemblea generale dell’Onu.
“Per contenere l’aumento delle temperatura mondiale al di sotto di 2 gradi centigradi (ritenuta la soglia massima per evitare mutamenti irreversibili per il Pianeta, ndr), abbiamo bisogno di 180 miliardi di euro in più in investimenti sostenibili ogni anno per il prossimo decennio, e solo in Europa”. Non proprio un gioco, anche perché, ricorda Dombrovskis, “i soli soldi pubblici non basteranno a colmare il divario” di risorse che si è venuto a creare.
Un vero e proprio campanello d’allarme, quello che giunge da New York. A livello Ue alcuni Stati membri, tra cui l’Italia, hanno margini di spesa ridotti. Vuol dire che la situazione di finanze pubbliche e i vincoli di bilancio previsti della regole comune non consentiranno ai governi di spendere a sostegno delle politiche per il clima. Potrebbe voler dire vedere rimessa in discussione la transizione a bassa emissione di carbonio, e gli sforzi al taglio di emissioni di CO2, sostanza ritenuta tra le principali responsabile del surriscaldamento del pianeta.
A questo si aggiunge l’amministrazione Trump, che sui dossier ‘green’ ha segnato un punto di rottura con le politiche tenute dagli Stati Uniti sotto la guida di Barack Obama. Visto il costo economico per la sostenibilità immediata e futura è meno scontato immaginare che l’attuale governo statunitense e il mondo delle imprese possano dare il proprio benestare a manovre così onerose.
Dombrovskis prova allora a ricordare qual è il costo della non azione. Solo lo scorso anno, rammenta, il costo delle perdite coperte dalle assicurazioni per danni provocati da catastrofi naturali ha raggiunto il livello record di 110 miliardi di euro. Senza contare l’impossibilità di sviluppare settori e mercati, con relativa creazione di posti di lavoro, in caso di mancati investimenti.
La Commissione europea, ricorda ancora Dombrovskis, “sta lavorando a soluzioni che rendano più semplice investire in progetti verdi”. Ciò per rispondere ad una domanda crescente di risorse mancanti, e nell’auspicio di far contribuire il settore privato alla sostenibilità europea (e non solo) di domani.